Milano, 3 dicembre 2025 – Xu Zhiyuan, giovane architetto cinese, da questa settimana è il nuovo guest editor di Domus, una mossa che segna un momento importante nel panorama editoriale internazionale. Lo ha annunciato ieri la storica rivista milanese, spiegando che la scelta vuole portare uno sguardo fresco sulla progettazione globale. Affidare a Zhiyuan la direzione della linea editoriale per i prossimi mesi arriva in un momento in cui l’architettura cinese sta guadagnando sempre più spazio e attenzione nel mondo.
Domus scommette sui talenti emergenti
Fondata nel 1928 da Gio Ponti, Domus resta una delle riviste di architettura e design più influenti in Europa. Negli ultimi anni ha puntato su voci nuove e originali, affidando il ruolo di guest editor a progettisti e pensatori capaci di offrire prospettive diverse. Zhiyuan, nato nel 1991, arriva dopo esperienze di grandi nomi come Bjarke Ingels e Toyo Ito. Fino a pochi mesi fa era poco conosciuto dal grande pubblico italiano, ma a Shanghai e Pechino il suo nome circola già da tempo. Nei primi incontri con la redazione milanese ha parlato di “interdipendenza tra città e territori, materiali e comunità”, mostrando un interesse tanto per l’innovazione tecnica quanto per il legame con la società.
“Credo che oggi l’architettura debba ascoltare le storie di tutti i giorni,” ha detto Zhiyuan ieri sera alla Triennale di Milano durante una breve presentazione. “Non basta più disegnare spazi: serve creare connessioni vere.” Parole che hanno trovato il pieno appoggio di Walter Mariotti, direttore editoriale di Domus, convinto che “le nuove generazioni cinesi stanno cambiando il modo in cui si guarda all’architettura urbana”.
Da Shanghai a Milano: il viaggio di Zhiyuan
Nato nel distretto di Jing’an, Zhiyuan si è formato all’Università di Tongji, una delle scuole più importanti dell’Asia orientale. Ha poi fatto brevi esperienze alla Bartlett School of Architecture e al Politecnico di Milano. Dal 2017 guida un suo studio indipendente diviso tra Shanghai e Shenzhen; tra i suoi lavori più noti ci sono il recupero del vecchio mercato delle spezie a Suzhou e un progetto pilota per riqualificare i cortili scolastici a Chengdu. Il suo nome compare spesso sulle riviste specializzate: lo scorso anno la giuria della World Architecture Community lo ha inserito tra i dieci giovani talenti da tenere d’occhio.
Il passaggio a Domus è per lui una sfida importante: “Bisogna aprire dialoghi veri con l’Europa,” ha raccontato alla stampa locale. La scelta della redazione milanese va letta anche alla luce delle rapide trasformazioni urbane in Cina, dove temi come densità abitativa e sostenibilità sono sempre al centro delle sperimentazioni. Nel suo curriculum ci sono anche alcune docenze a contratto, tra cui quella all’università di Hong Kong.
Nuove idee per un settore che cambia
L’arrivo del nuovo guest editor arriva in un momento particolare per l’editoria specializzata. Nei primi nove mesi del 2025 le vendite delle riviste cartacee hanno perso un po’ terreno (-3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente secondo l’Osservatorio AgCom), mentre il settore digitale cresce grazie soprattutto a testate come Domus e Interni. In questo scenario, l’apporto del giovane architetto cinese è visto dagli addetti ai lavori come un tentativo per coinvolgere lettori sotto i 40 anni.
Non solo architettura: tra i temi che Zhiyuan vuole portare ci sono anche mobilità urbana, materiali riciclabili e storie dai quartieri raccolte tramite micro-interviste. “Sarà fondamentale mescolare linguaggi diversi,” ha detto lui stesso. “A volte basta uno sguardo dall’esterno per cambiare tutto.” Nel primo editoriale che firmerà – in uscita domani mattina sul sito della rivista – si legge: “La città è sempre una domanda aperta.” Frasi dirette, senza fronzoli o retorica. E lo staff ha anticipato qualche novità anche sul fronte grafico.
L’Italia guarda con interesse ai giovani stranieri
Nella comunità degli architetti milanesi la nomina è stata accolta con curiosità e interesse. “Serve aria nuova,” ha commentato in serata Chiara Rossini, docente al Politecnico e collaboratrice della Triennale. Il mondo accademico guarda spesso all’estero per trovare nuove strade; molti studenti hanno seguito in streaming la presentazione di ieri sera. “Un’occasione importante,” hanno detto gli organizzatori dell’incontro.
Adesso spetta a Xu Zhiyuan dimostrare come il suo modo di lavorare riuscirà a parlare anche al pubblico italiano – non solo agli addetti ai lavori. Il suo incarico durerà fino a giugno 2026, con la promessa – raccontata da lui stesso sorridendo – “di portare qualche storia da casa mia fino qui”. L’attenzione resta alta: nelle prossime uscite di Domus capiremo se questa scommessa internazionale saprà davvero dare qualcosa di nuovo all’architettura contemporanea.