Weekend d’arte in Italia: Mostre imperdibili da Renato Guttuso a Fausto Pirandello alla Reggia di Caserta

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22 Dicembre 2025

Caserta, 22 dicembre 2025 – Oggi, nelle sale della Reggia di Caserta, prende il via una mostra dedicata alle donne che hanno segnato la storia dei regni europei dal XVIII al XX secolo. Un viaggio tra dipinti, abiti d’epoca e documenti originali che, spiegano i curatori, vuole ridare volto e voce alle grandi sovrane che hanno attraversato – e spesso influenzato – gli eventi politici e culturali del loro tempo. L’inaugurazione è prevista per le 17, con la presenza di autorità locali e studiosi.

Tra ritratti preziosi e lettere mai viste

Camminando tra gli spazi affrescati del palazzo voluto da Carlo di Borbone, i visitatori si immergono in un racconto che abbraccia tre secoli, dal Settecento fino ai primi anni del Novecento. Oltre cento pezzi in mostra: spiccano i ritratti di Maria Carolina d’Asburgo, regina di Napoli e sorella di Maria Antonietta, e di Margherita di Savoia, prima regina d’Italia. Accanto ai quadri – alcuni esposti per la prima volta in Italia – ci sono abiti in taffetà, ventagli intagliati e piccoli gioielli appartenuti alle sovrane.

Tra i reperti più interessanti spicca il carteggio inedito tra Maria Carolina e l’ambasciatore inglese Lord Hamilton. Lettere che svelano dettagli finora poco noti sugli equilibri politici napoletani all’alba dell’Ottocento. «Volevamo riportare queste figure al centro non solo come regine ma come donne influenti, spesso decisive nei momenti cruciali», spiega la storica Letizia Romano, curatrice scientifica della mostra.

Sovrane: potere e passioni nascoste

La mostra non si limita alla politica: si sofferma anche sulle passioni private delle sovrane europee. La musica, la botanica, l’arte emergono attraverso oggetti e racconti. Si scopre così che Maria Cristina di Borbone amava organizzare piccoli concerti nella sala Ellittica, mentre la zarina Alessandra Fëdorovna annotava riflessioni durante le visite ai giardini. Documenti originali e pagine di diario – custoditi in teche protette – dipingono un quadro complesso ancora poco conosciuto.

«Abbiamo scelto la Reggia proprio per il suo ruolo storico come punto d’incontro delle corti europee», sottolinea il direttore della Reggia, Tiziano Mazza. «Non era solo una residenza per feste ma un luogo di scambi politici e culturali che avevano spesso al centro queste donne». Ecco perché l’allestimento ricostruisce anche gli ambienti privati: una sala riproduce l’alcova di Maria Carolina con cuscini ricamati e tazze da tè, seguendo le descrizioni trovate negli archivi.

Tra sfarzo apparente e fragilità nascosta

Entrando nel Salone d’Onore colpisce subito la luce che accende i panneggi degli abiti, le corone adagiate su velluti scuri. Ma – fanno notare i curatori – l’intento non è solo mostrare il potere. In un angolo discreto ci sono lettere segnate dalla paura delle rivolte popolari, piccoli oggetti personali raccolti durante l’esilio. «Solo allora si capisce quanta solitudine accompagnava queste vite», confida uno dei restauratori durante un sopralluogo alla vigilia dell’apertura.

Non manca uno spazio dedicato a come le regine venivano rappresentate nei media dell’epoca: giornali illustrati, fotografie originali e bozzetti teatrali raccontano l’evoluzione dell’immagine pubblica del ruolo femminile, tra rispetto, ironia e a volte aperta ostilità.

Oltre la mostra: incontri, laboratori e visite guidate

La Direzione annuncia una serie di incontri con studiosi italiani e stranieri legati alla mostra. Previsti anche laboratori per le scuole della zona e visite guidate pensate per i più giovani. Il calendario sarà disponibile sul sito ufficiale della Reggia.

I biglietti costano da 12 euro (ridotto a 8), con ingresso gratuito per under 18. Orari d’apertura quelli consueti: dalle 8.30 alle 19 con chiusura settimanale il martedì.

La mostra “Le grandi sovrane tra ‘700 e ‘900” rimarrà aperta fino al 20 aprile 2026. Per chi arriva da fuori città c’è un servizio navetta dalla stazione centrale ogni mezz’ora. Già nelle prime ore molti gruppi hanno varcato i cancelli: «Non vedevo l’ora di vedere dal vivo il ritratto di Maria Carolina», ha detto una visitatrice appena uscita dalla Galleria degli Specchi. Intanto i lampadari accesi illuminano una pagina di storia tornata a vivere nel presente.

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