Parigi, 20 dicembre 2025 – La collezione Autunno Inverno 2026-27 di una delle maison più attese della moda ha deciso di rompere gli schemi, presentandosi fuori dal calendario ufficiale della Paris Fashion Week. È stata una mossa che, secondo il direttore creativo, punta a “riportare al centro un vero dialogo con la città e chi ci vive”. Insomma, una scelta maturata lontano dai soliti riflettori e dagli orari imposti dalle istituzioni del settore.
Una serata diversa: intima e senza clamore
Non era il solito posto da grandi eventi. La passerella si è svolta in un piccolo teatro nel Marais, con poco più di centocinquanta invitati. Niente annunci roboanti o dirette streaming. Solo un passaparola che ha raggiunto gli addetti ai lavori e qualche volto noto del cinema francese. La sfilata è cominciata poco dopo le 20:30, mentre il traffico serale scandiva ancora il ritmo della città.
L’atmosfera era raccolta, quasi famigliare. “Abbiamo scelto di parlare piano”, ha spiegato Pierre Leblanc, direttore creativo della maison. Scenografie minimaliste: una passerella coperta da tessuti grezzi e luci soffuse. L’obiettivo? Mettere sotto i riflettori tessuti e forme anziché spettacoli scenografici.
Tessuti naturali e mani esperte al centro della scena
La collezione si basa su materiali naturali come lana cardata, lino spesso e cachemire. I colori? Dominano tinte morbide e polverose: ocra, sabbia, grigi freddi. Nelle lavorazioni spiccano tecniche quasi dimenticate: punti a mano ben visibili, orli lasciati volutamente grezzi, piccoli ricami che richiamano la tradizione francese dei primi del Novecento. Gli abiti lunghi si alternano a cappotti dal taglio maschile e pantaloni morbidi, senza forzare le forme.
“In un momento in cui tutto urla per farsi notare”, ha aggiunto Leblanc a fine presentazione, “abbiamo voluto raccontare la pazienza del lavoro fatto con calma. Senza fretta di sorprendere”. In sala stampa qualcuno ha notato la continuità stilistica con le collezioni precedenti; altri si sono chiesti se questa sia anche una presa di posizione contro la sovraesposizione social delle sfilate ufficiali.
Fuori calendario: sempre più marchi scelgono la libertà
Il fuori calendario — fanno notare esperti come Élise Giraud di Fashion Net — sta diventando una tendenza in crescita. “Sempre più maison”, racconta Giraud contattata da Alanews poco prima delle 23, “preferiscono seguire i propri tempi anziché quelli imposti dalle grandi settimane della moda”. Non solo per motivi creativi: spesso dietro c’è la voglia di ridurre lo stress organizzativo e prendersi il tempo per pensare meglio alle collezioni.
A Parigi si discute anche del rapporto tra i grandi nomi e la Fédération de la Haute Couture et de la Mode, che regola il calendario ufficiale. Negli ultimi mesi almeno cinque marchi hanno preferito presentare le proprie linee in momenti diversi — numeri piccoli rispetto al totale ma che fanno rumore. “Non è una rottura vera e propria”, commenta uno storico buyer italiano tra il pubblico ieri sera. “Piuttosto è un modo per riprendere un po’ d’autonomia”.
Tra pubblico ristretto e strategie digitali misurate
Gli ospiti? Una selezione ristretta di stampa internazionale (da Vogue Paris a Harper’s Bazaar UK), clienti storici e pochi influencer scelti con cura. Non sono mancati però i commenti online: l’hashtag con il nome della maison è finito tra i trend francesi già in serata. Ma dall’ufficio stampa precisano che il digitale non era al centro dell’evento.
Niente campagne studiate a tavolino; poche foto filtrate sui social — molte postate dagli stessi modelli tra backstage e doposfilata. Una scelta consapevole che punta più a raccontare lentamente la storia dietro ogni pezzo che a inseguire l’effetto virale.
Quale futuro per la moda? Tra visibilità e autenticità
A chi chiedeva perché andare controcorrente, Leblanc ha risposto scherzando: “Forse siamo solo indietro di qualche decennio”. Eppure sembra chiaro l’obiettivo: mettere al primo posto la qualità, non la quantità degli eventi.
Tra i corridoi del teatro e nella sala stampa più d’uno si domanda se sia solo una parentesi o l’inizio di un cambiamento vero nel mondo della moda. I prossimi mesi — con il ritorno delle sfilate ufficiali a Milano e New York da gennaio — daranno qualche risposta in più. Ma ieri sera a Parigi — mentre fuori pioveva senza sosta — la moda ha scelto una strada diversa: più intima, forse più sincera.