Spread Btp-Bund in lieve rialzo a 70 punti, rendimento decennale italiano al 3,55%

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11 Dicembre 2025

Roma, 11 dicembre 2025 – Il rendimento del BTP decennale italiano ha raggiunto oggi il 3,55%, un livello che non si vedeva da mesi. Questa salita, emersa nelle prime ore di contrattazione sui mercati obbligazionari, ha riacceso i riflettori su spread e stabilità finanziaria in un’Europa già segnata da tensioni geopolitiche e segnali di rallentamento economico.

Rendimenti in aumento: cosa sta succedendo sui mercati

La mattinata è partita all’insegna della prudenza a Piazza Affari. Gli operatori hanno seguito con attenzione il rialzo del BTP decennale, che rompe una fase di relativa calma. Alle 9:30, dalle principali sale operative milanesi arrivava la stessa cifra: 3,55%. Un valore importante, soprattutto se confrontato con il 3,40% registrato nelle settimane precedenti.

Secondo alcuni analisti sentiti da alanews.it – tra cui Enrico Giannini di Equita SIM – questa crescita “rispecchia sia le tensioni internazionali sia una maggiore percezione del rischio sui titoli periferici”. Nel dettaglio, il differenziale con il Bund tedesco si è allargato di nuovo, superando i 160 punti base.

Cosa spinge i tassi a salire? Inflazione e BCE sotto la lente

Ma perché i tassi salgono proprio adesso? La risposta non è semplice. Da un lato c’è la politica monetaria della BCE. Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea, ha ricordato pochi giorni fa che “un taglio dei tassi arriverà solo quando saremo certi che l’inflazione sia sotto controllo”. In altre parole, chi aspettava una svolta espansiva nei primi mesi del 2026 dovrà probabilmente aspettare ancora.

L’Istat ha appena pubblicato i dati sull’inflazione italiana di novembre, che segna ancora un +1,7% su base annua. Una crescita modesta ma sempre sopra l’obiettivo fissato a Francoforte. “Famiglie e imprese vedono erodersi il potere d’acquisto – spiega Federica Bianchi, ricercatrice Censis – e questo influisce sulla domanda di titoli di Stato”.

Debito pubblico sotto pressione

L’aumento dei rendimenti si riflette subito sul costo del debito pubblico. Ogni decimale in più significa spese maggiori per rifinanziare i circa 2.850 miliardi di euro del debito italiano. È un nodo che preoccupa tanto i mercati quanto la politica.

Dal Ministero dell’Economia assicurano che “la situazione è sotto controllo”, ma ammettono una certa cautela rispetto ai segnali dai mercati. Solo la settimana scorsa il Tesoro aveva piazzato con successo BTP a medio e lungo termine, attirando ordini più alti dell’offerta. “La domanda resta solida”, confermano da via XX Settembre, “ma non si può ignorare l’incertezza globale”.

Investitori stranieri in primo piano

Un elemento interessante arriva dall’analisi delle ultime aste: gli investitori esteri hanno comprato circa il 46% dei titoli decennali emessi. Una quota alta, anche se leggermente calata rispetto alla primavera scorsa.

Per Paolo Grossi, strategist di Intesa Sanpaolo, “gli investitori globali tengono d’occhio la sostenibilità fiscale italiana. Anche piccoli segnali come questo rialzo possono spingere verso maggiore prudenza nelle prossime settimane”.

Cosa cambia per famiglie e mutui

L’aumento dei rendimenti non resta confinato ai mercati obbligazionari: si riflette anche sui tassi dei mutui fissi e variabili. Oggi molte banche – tra cui UniCredit e Banco BPM – hanno alzato leggermente i tassi sulle nuove richieste ipotecarie. Non si tratta di salti improvvisi, ma aggiustamenti che potrebbero pesare sulle scelte delle famiglie italiane.

“Chi deve chiedere un mutuo adesso trova condizioni un po’ meno favorevoli rispetto a novembre”, spiega Maurizio Careddu, consulente finanziario tra Roma e Latina. “In particolare chi punta al tasso fisso nota come la media dei migliori offra ora oltre il 3%”.

Il governo resta vigile

Dal governo filtra fiducia sulla capacità di tenere sotto controllo i conti pubblici e rispondere alle sollecitazioni del mercato. Ma non sottovalutano i rischi legati a una possibile instabilità prolungata: “Siamo pronti a intervenire insieme all’Europa se serve”, ha detto a margine di una conferenza il sottosegretario all’Economia Lucia Albani.

Nelle prossime settimane occhi puntati sulle mosse della BCE e sulle aste previste per gennaio 2026. Come ricordano molti esperti, dal rendimento del decennale dipende buona parte della fiducia degli investitori nella solidità economica dell’Italia.

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