Roma, 7 dicembre 2025 – Mercoledì 10 dicembre i romani, insieme ai cittadini di altre grandi città italiane, potrebbero trovarsi a dover fare i conti con disagi nella raccolta dei rifiuti. Il motivo? Uno sciopero nazionale del settore igiene ambientale, indetto dalle principali sigle sindacali. La protesta nasce dalla difficile situazione lavorativa e dal mancato rinnovo del contratto nazionale, bloccato ormai da quasi due anni. L’allarme è arrivato nelle ultime ore con una nota congiunta di Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel, che rappresentano la maggioranza degli operatori del settore.
Raccolta rifiuti a rischio: cosa aspettarsi
Lo sciopero durerà 24 ore, dicono i sindacati. In pratica, ci saranno forti rallentamenti o addirittura sospensioni nella raccolta porta a porta e nello svuotamento dei cassonetti in molte zone delle grandi città italiane. A Roma, l’Ama ha già fatto sapere che garantirà solo i servizi minimi essenziali previsti per legge. Ma ha anche invitato i cittadini a limitare il più possibile l’esposizione dei rifiuti durante le giornate di sciopero, per evitare accumuli ingombranti.
Nei quartieri più popolosi – si legge nella nota – la raccolta sarà garantita soprattutto presso ospedali, case di cura e scuole. Per il resto della città, invece, è probabile che i sacchetti rimangano per strada anche oltre un giorno. “Non possiamo promettere una pulizia normale delle strade nelle prossime 48 ore”, ha ammesso un operatore incontrato in via dei Colli Portuensi nel primo pomeriggio. E non è la prima volta: scioperi simili in passato hanno lasciato accumuli evidenti soprattutto nel centro e nella periferia est.
Il cuore della protesta: contratto bloccato e sicurezza sul lavoro
Al centro della vertenza c’è il tema del rinnovo del contratto nazionale degli addetti all’igiene ambientale. “Vogliamo condizioni dignitose, più sicurezza e un riconoscimento reale del lavoro fatto in questi anni, specialmente durante l’emergenza Covid”, spiega Rosario Sorrentino, delegato romano della Fp Cgil. Le trattative tra sindacati e aziende – rappresentate da Utilitalia e Assoambiente – vanno avanti senza risultati dal febbraio 2024. I punti più critici? Il salario minimo e gli orari di lavoro notturni da rivedere.
A questi problemi si aggiungono quelli legati alla sicurezza sul posto di lavoro. Solo nella capitale nell’ultimo anno si sono registrati dieci infortuni “gravi”, secondo i dati dell’Inail Lazio. “I nostri operatori lavorano spesso in condizioni difficili, con mezzi vecchi e poca formazione adeguata”, denuncia Mauro Gatti della Uiltrasporti Lazio. Tra le richieste dei sindacati ci sono anche un piano urgente per il rinnovo dei mezzi e la stabilizzazione dei precari.
Le aziende chiamano alla calma: l’appello ai cittadini
Le aziende mostrano prudenza ma cercano di mantenere aperto il dialogo. Un portavoce di Ama ha detto: “Capiscono le ragioni dei lavoratori, ma dobbiamo comunque assicurare almeno i servizi essenziali. Chiediamo pazienza ai cittadini”. Sui siti ufficiali delle partecipate sono comparsi avvisi in cui si invita la cittadinanza a collaborare con senso civico, evitando quando possibile di lasciare sacchetti in strada tra martedì sera e giovedì mattina.
Secondo quanto risulta da fonti comunali, l’amministrazione romana seguirà la situazione da vicino. “Siamo pronti a mettere in campo squadre straordinarie per evitare emergenze sanitarie nelle zone più sensibili”, assicurano dagli uffici dell’assessorato all’Ambiente che ha già convocato una riunione urgente per il pomeriggio del 9 dicembre.
Scioperi passati e possibili sviluppi
Già ad aprile scorso uno sciopero simile aveva causato ritardi nella raccolta per oltre due giorni in alcune zone di Roma Sud e nel quartiere Prati. In quell’occasione Ama ricevette oltre mille segnalazioni dalla centrale operativa. Gli esperti dell’azienda avvertono: se lo stop di mercoledì coinvolgerà la maggior parte degli operatori, potrebbe volerci fino al weekend per tornare alla normalità.
Intanto la Cgil fa sapere che questo sciopero è solo l’inizio: se non arriveranno risposte concrete dal tavolo nazionale la mobilitazione potrebbe continuare nelle settimane a venire. Nel frattempo Roma si prepara ad affrontare un’altra giornata complicata: sacchetti abbandonati lungo le strade e odori sgradevoli saranno lo scenario più probabile. Una situazione che – dicono gli stessi operatori – rischia di diventare sempre più frequente senza un accordo vero a livello nazionale.