Roma, 12 dicembre 2025 – Monica Setta, giornalista e volto noto della tv italiana, ha ripercorso in queste ore una delle scelte più controverse della sua carriera: la decisione di non incontrare Silvio Berlusconi durante la sua conduzione di Forum, il celebre programma di Mediaset. “Guardando indietro, probabilmente ho sbagliato”, ha ammesso la conduttrice in una lunga intervista rilasciata ieri pomeriggio negli studi di una emittente privata romana.
Monica Setta racconta Forum e quell’occasione mancata con Berlusconi
La confessione arriva a distanza di anni, ma Setta ne parla come se fosse successo ieri. “Mi avevano chiamata per prendere le redini di Forum dopo un momento delicato. Lavoravo senza sosta per dare un taglio più giornalistico al programma. In quel periodo – ha raccontato – mi arrivò un invito per incontrare Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli, era una prassi per chi conduceva programmi importanti sulle reti Mediaset”. Lei però scelse diversamente. “Pensavo che il mio lavoro dovesse parlare da solo, senza dover chiedere udienza”.
In redazione l’atmosfera era tesa, ha confidato Setta, e il timore di essere vista come “di parte” pesava molto. “Non volevo alimentare polemiche o sospetti”, ha spiegato. Eppure oggi si chiede se quella scelta sia stata giusta. “Forse un incontro diretto avrebbe evitato molti fraintendimenti, soprattutto sul mio modo di lavorare”.
Berlusconi e la Mediaset degli anni Duemila
Nei Duemila, la figura di Silvio Berlusconi era un punto di riferimento quasi inevitabile per chi lavorava in Mediaset. Si diceva che passare “al cospetto del Cavaliere” fosse quasi un rito d’ingresso. “Era il momento per capire quale linea editoriali seguire”, ricordano alcuni ex collaboratori.
Setta, già nota per la sua indipendenza professionale, decise invece di mantenere le distanze. Una scelta che – secondo lei – portò conseguenze concrete. Nei mesi successivi l’ambiente attorno a Forum si fece più freddo. Ci furono tensioni, meno entusiasmo dai vertici aziendali. Il pubblico però rispose bene: “Gli ascolti erano buoni – ricorda oggi – ma le dinamiche interne non dipendevano solo dai numeri”.
Giornalismo e potere: un rapporto sempre delicato
Il racconto della conduttrice mette in luce un tema ancora molto attuale: il rapporto tra giornalismo televisivo e potere politico ed economico. Monica Setta non nasconde nulla: “In quegli ambienti sapevi perfettamente chi teneva in mano le redini dei programmi”. Berlusconi, imprenditore e politico insieme, metteva ancor più in evidenza il legame stretto tra palinsesto e interessi aziendali.
Nel suo racconto emergono dettagli della vita dietro le quinte: riunioni convocate all’ultimo momento, telefonate riservate tra autori e dirigenti, il peso delle valutazioni nei consigli d’amministrazione. “Se ripenso a quegli anni – ha aggiunto Setta – credo avrei dovuto avere meno paura. A volte ci si complica la vita per principio”.
Il valore delle scelte: una lezione per i giovani
Oggi Monica Setta rivolge un consiglio a chi si affaccia al mondo della televisione italiana: non sottovalutare mai l’importanza dei rapporti umani nelle grandi aziende media. “Serve carattere, certo, ma anche pragmatismo”, ha detto con una punta di amarezza. Secondo lei servono equilibrio e attenzione ai segnali: né sudditanza né scontro aperto.
Da via Aurelia a viale Europa, nel panorama dei media italiani il suo racconto torna a circolare proprio mentre il settore vive una nuova stagione fatta di tecnologia e cambiamenti editoriali. “Oggi – riflette Setta – molte regole sono cambiate ma resta fondamentale capire da chi dipende davvero un programma”.
Memorie personali e eredità professionale
L’ammissione pubblica arriva in un momento in cui l’informazione riflette sui suoi modelli interni e sulle dinamiche tra management e conduttori. “Quella porta che non ho varcato allora – conclude Setta – è rimasta una piccola spina nel fianco. Però mi ha insegnato a guardare oltre le apparenze e a scegliere sempre da sola”.
Intanto i telespettatori continuano a ricordare le stagioni di Forum con Monica Setta alla guida mentre lei guarda avanti con nuovi progetti editoriali. Il tempo passa ma restano aperte domande che stanno tra ricordi privati e discussioni pubbliche sulla libertà dell’informazione in Italia.