Milano, 4 dicembre 2025 – Le mostre su Brera e il Silos Armani allungano la loro corsa e resteranno aperte fino a maggio 2026. Lo hanno annunciato questa mattina gli organizzatori, rispondendo all’aumento costante dei visitatori e alle numerose richieste arrivate nelle ultime settimane. “Non era previsto, ma il pubblico ha voluto così”, ha detto Marco Pisoni, responsabile comunicazione della Pinacoteca di Brera, poco dopo le 9.30. Il prolungamento riguarda sia la mostra “Riflessi d’arte”, allestita negli storici saloni ottocenteschi di via Brera 28, sia la retrospettiva dedicata a Giorgio Armani al Silos in via Bergognone.
Brera: visitatori in aumento e nuovi volti
Da ottobre a oggi, la Pinacoteca di Brera ha superato quota 120mila ingressi, con un +20% rispetto allo stesso periodo del 2023. “Abbiamo visto una presenza costante anche durante la settimana, con tanti giovani e scolaresche”, ha raccontato Pisoni, citando dati aggiornati al primo dicembre. Solo sabato scorso, alle 16 in punto, la fila fuori dal portone principale si è allungata per una cinquantina di metri. Tra i visitatori c’erano persone arrivate da Bergamo e anche da fuori regione: “Siamo venuti a Milano per la Fiera dell’Artigianato e abbiamo deciso di fermarci qui”, hanno detto due persone incontrate in fila.
La mostra punta sui grandi nomi dell’Ottocento lombardo, con sale dedicate a Hayez e Segantini. Ma non è tutto: sono stati introdotti laboratori interattivi per i più piccoli e visite guidate serali – un format che la direzione vuole replicare anche nel calendario di maggio. “L’interesse non accenna a diminuire”, ha sottolineato Pisoni. E pensare che solo ad agosto si pensava di chiudere tutto entro febbraio.
Silos Armani: moda e design oltre ogni attesa
Anche la mostra “Armani / Visioni” al Silos di via Bergognone registra numeri in crescita. I visitatori hanno superato gli 80mila, un dato che ha sorpreso anche il team organizzatore. “Le prenotazioni online sono raddoppiate dopo la settimana della moda”, ha ammesso Laura Andreoni, responsabile eventi. Nei fine settimana (soprattutto tra le 14 e le 18) si creano code all’ingresso; molti arrivano appositamente da altre città — c’è chi viene da Torino, chi da Roma.
Oltre agli abiti simbolo dello stilista, la retrospettiva presenta bozzetti e documenti inediti degli anni Ottanta. Una delle sezioni più gettonate è una stanza immersiva realizzata con gli studenti del Politecnico di Milano, aperta dalle 10 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). La proroga porterà anche nuovi eventi collaterali: incontri con designer emergenti e talk sul legame tra moda e sostenibilità.
Perché si è deciso di restare più a lungo
Secondo gli organizzatori, il prolungamento delle due mostre nasce proprio dall’interesse dimostrato dal pubblico. “Milano attraversa un momento speciale: c’è voglia di cultura e il bisogno di ritrovarsi nei luoghi simbolo della città”, ha spiegato Andreoni. Aumentano anche i turisti stranieri: secondo l’assessorato alla cultura, tra ottobre e novembre almeno il 15% dei biglietti venduti nelle due sedi è stato comprato da visitatori dall’estero.
L’effetto sulla zona non si è fatto attendere. Confcommercio Milano parla già di ricadute positive per bar e ristoranti intorno a Brera e Porta Genova: “I fine settimana sono pieni di prenotazioni”, racconta un ristoratore in via Fiori Chiari. Solo a novembre il turismo nel quadrilatero milanese è salito del 12% rispetto al 2023.
Orari e biglietti per i prossimi mesi
Per chi vuole visitare Brera o il Silos, gli orari restano gli stessi: dalle 10 alle 19 (chiusura casse alle 18). I biglietti online saranno acquistabili da lunedì prossimo — lo hanno confermato i siti ufficiali delle due sedi. Prezzi invariati: ingresso intero a 15 euro per Brera, 12 euro per Silos; riduzioni previste per studenti e over 65.
Le mostre rimarranno aperte almeno fino al 31 maggio 2026, salvo nuove proroghe. “Stiamo pensando anche ad aperture serali straordinarie con l’arrivo dell’estate”, ha concluso Pisoni. Intanto la fila fuori da Brera – aiutata dal clima ancora mite – resta uno dei segnali più chiari del nuovo fermento culturale che anima Milano in queste settimane.