Nuovo Allestimento della Sala di Kha e Merit al Museo Egizio: Tecnologia e Donazioni da 500 Sostenitori

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5 Dicembre 2025

Roma, 5 dicembre 2025 – Oltre 500 donatori hanno deciso di sostenere un progetto che vuole cambiare il modo in cui si raccontano le storie usando la tecnologia. La raccolta fondi, partita nei primi giorni di novembre e chiusa ieri sulla piattaforma italiana di crowdfunding Produzioni dal Basso, ha superato l’obiettivo iniziale, dimostrando un interesse concreto verso nuovi strumenti digitali pensati per la narrazione e l’accessibilità.

Una raccolta fondi partecipata: numeri e protagonisti

Gli organizzatori raccontano che alla campagna hanno partecipato 527 persone, tra privati, professionisti dell’editoria e piccole associazioni. I contributi sono arrivati in ogni forma: da donazioni anonime di pochi euro fino a versamenti importanti – c’è anche una quota singola da 10.000 euro, confermata dagli stessi responsabili. In totale, sono stati raccolti circa 63mila euro. Soldi che serviranno per sviluppare una piattaforma capace di unire intelligenza artificiale, linguaggi audiovisivi e accessibilità per persone con disabilità sensoriali.

“Abbiamo ricevuto adesioni molto diverse, dai docenti universitari ai genitori di ragazzi ciechi o ipovedenti”, spiega Chiara Santucci, responsabile del progetto per l’associazione Narrare Oggi. Ma non si è trattato solo di soldi: “I sostenitori ci hanno scritto, ci hanno suggerito funzionalità e persino mandato prototipi. Solo così abbiamo capito quanto fosse forte la domanda di soluzioni nuove nella narrazione”.

Obiettivi tecnologici e attenzione all’accessibilità

La piattaforma in sviluppo – al momento chiamata “Tecnarra” – punta a offrire strumenti per creare storie multimediali accessibili anche a chi ha difficoltà visive o uditive. “Stiamo mettendo a punto un motore che genera audiodescrizioni e sottotitoli automatici personalizzabili”, racconta Giulio Carra, tecnico del team. “Il nostro punto di partenza sono i bisogni veri degli utenti: studenti universitari con DSA ma anche anziani con problemi di udito”.

I primi prototipi permettono già di combinare testo, audio e video in un unico ambiente, con font e colori regolabili per facilitare la lettura. In più, nella versione beta attesa per febbraio 2026, si prevede l’aggiunta della traduzione istantanea in LIS (lingua dei segni italiana) e il supporto a screen reader avanzati.

L’importanza della comunità: donatori e suggerimenti

Gli sviluppatori sottolineano il valore del confronto diretto con la comunità. “Non sono arrivate solo donazioni, ma vere storie di vita quotidiana”, racconta Santucci durante una diretta streaming domenica sera. Delle oltre 700 email ricevute (dato aggiornato alle 22 di ieri), molte contengono richieste concrete: dal padre che chiede una funzione per ingrandire i testi nei libri per bambini all’insegnante di una scuola elementare romana che vorrebbe più interazione tra studenti udenti e non udenti.

Anche sui social la risposta è stata forte: oltre 1.900 condivisioni tra Facebook e X (ex Twitter) nei giorni più caldi della campagna. Alcuni post sono stati rilanciati da figure come Paola Terranova (presidente UICI Lazio) e dall’editore Sandro Cellini.

Prossimi passi e trasparenza sui fondi

Gli organizzatori assicurano che tutti i soldi raccolti saranno tracciati e rendicontati pubblicamente. “Dal 15 gennaio pubblicheremo un report dettagliato sull’uso delle risorse”, promette Carra. Le spese principali riguarderanno licenze software, compensi per consulenti esperti in accessibilità e test sul campo in tre scuole superiori tra Milano e Palermo.

Sul fronte operativo, la prima fase prevede il rilascio di una demo aperta al pubblico entro marzo 2026. Gli utenti potranno inviare feedback diretti. “Non vogliamo creare uno strumento chiuso: il nostro obiettivo è crescere insieme”, ribadiscono i referenti del progetto.

Un modello replicabile oltre il digitale

Oltre all’aspetto tecnologico, Narrare Oggi punta a mettere radici un metodo basato su ascolto diffuso, innovazione concreta e attenzione alle minoranze digitali. Un approccio che – dicono i promotori – potrebbe fare scuola anche in altri settori, dall’editoria scolastica al giornalismo online.

“Siamo partiti da un’idea semplice: raccontare meglio, raccontare tutti”, hanno concluso ieri sera a Roma durante la presentazione finale. Più che la somma raggiunta, è stata la risposta dei donatori a confermare la bontà dell’intuizione.

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