Napoli, 25 dicembre 2025 – Anche quest’anno il Capodanno a Napoli si conferma un vero e proprio rito collettivo, che attira migliaia di cittadini e turisti nelle piazze più famose della città. Nel frattempo, a Torino, l’attenzione si sposta su un altro protagonista: la lunga storia di Palazzo Madama e le sue iniziative per accogliere il nuovo anno. Due città, due modi diversi – ma ugualmente intensi – di salutare il 2026.
Napoli si prepara alla notte più lunga
A Napoli, il 31 dicembre è una data da segnare sul calendario. Fin dal tardo pomeriggio, in Piazza del Plebiscito si cominciano a vedere gruppi di persone che cantano e sparano i primi fuochi d’artificio. Lo racconta bene Anna Russo, 54 anni, che gestisce una pasticceria in via Toledo: “La notte di San Silvestro qui non si dorme mai. La gente resta in strada, saluta tutti quelli che incontra. È una festa che va oltre la famiglia, mette insieme tutto il quartiere”.
Le forze dell’ordine saranno impegnate con un piano sicurezza robusto: centinaia di agenti distribuiranno la loro presenza tra Lungomare Caracciolo, Mergellina e Piazza Trieste e Trento. Non ci saranno grandi concerti quest’anno – “una scelta ben pensata”, ha detto l’assessore alla Cultura Gaetano Zampone – per favorire eventi sparsi nei quartieri e contenere i rischi legati alle folle troppo numerose. Restano però i brindisi all’aperto a mezzanotte, con i classici botti (pur ridotti dalle ordinanze comunali) e qualche lancio di coriandoli.
Napoli vive il Capodanno come un passaggio importante. Non è solo musica e balli: dalle prime ore della sera si susseguono piccoli spettacoli nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. In casa, invece, si prepara il cenone con zampone e lenticchie. E poi, già verso le due di notte, ci sono i più temerari che si avventurano fino a Castel dell’Ovo per dare il benvenuto al nuovo anno davanti al mare.
Palazzo Madama a Torino: storia da vivere
A Torino l’atmosfera è molto diversa. Qui c’è meno confusione e più voglia di fermarsi un attimo a riflettere sulla memoria della città. Il cuore dei festeggiamenti è proprio Palazzo Madama, simbolo della storia sabauda, che per la notte di Capodanno apre le porte fino alle due del mattino. La direttrice del museo Enrica Pagella conferma: dalle 20 alle 2 ci saranno visite guidate ai nuovi allestimenti, laboratori per famiglie e una mostra temporanea dedicata alle donne che hanno vissuto nella residenza.
“Vogliamo offrire qualcosa di diverso”, spiega Pagella. “Molti vengono solo per sedersi sullo scalone, ascoltare i racconti delle guide o ammirare le porcellane esposte. È un modo per iniziare l’anno riscoprendo la storia della città”.
Fuori dal palazzo, piazza Castello prende vita con spettacoli teatrali itineranti e un’installazione luminosa che racconta i momenti chiave della Torino ottocentesca. Non c’è un brindisi ufficiale ma qualche punto ristoro offre vin brulé e dolci tipici piemontesi.
Due modi diversi per salutare l’anno nuovo
Napoli e Torino offrono così due facce della stessa medaglia sulla fine dell’anno: da una parte la voglia di stare insieme nella folla, in strada dove ogni volto è parte del racconto cittadino; dall’altra una serata più raccolta, dedicata a riscoprire spazi antichi e storie lontane.
Gli organizzatori torinesi sottolineano l’importanza di un Capodanno “diffuso”, senza grandi raduni ma con tante piccole occasioni condivise. A Napoli invece il Comune ha lavorato molto con le associazioni giovanili per evitare disordini: “Coinvolgere i ragazzi nei preparativi è fondamentale – racconta Massimo Parisi, portavoce della Consulta giovani partenopea – così sentono davvero loro questa festa”.
La notte tra il 31 dicembre e il 1° gennaio diventa in entrambe le città un momento per ritrovarsi. Le famiglie napoletane salgono sui balconi per ammirare i fuochi sul Vesuvio; a Torino giovani e anziani si avvicinano in silenzio agli angoli nascosti di Palazzo Madama.
Sicurezza e tradizione sotto osservazione
Non mancano però alcune incognite: a Napoli la gestione degli accessi nelle piazze sarà fondamentale – fonti della Questura parlano di barriere temporanee ai principali ingressi – così come la risposta dei cittadini agli inviti a festeggiare con moderazione in casa. A Torino invece l’attenzione sarà concentrata sui flussi nel centro storico e sulle presenze nei musei.
Gli esperti prevedono un’affluenza simile a quella dello scorso anno. Il Comune di Napoli parla di almeno 100mila persone tra piazza Municipio e lungomare; Palazzo Madama potrà ospitare fino a 4 mila visitatori durante la notte del 31 dicembre.
Una certezza rimane: tra i vicoli di Napoli e le sale barocche torinesi, l’arrivo del 2026 sarà festeggiato con lo stesso desiderio di ritrovarsi – anche se solo per poche ore – parte viva delle proprie città.