Sapporo, 16 dicembre 2025 – In Giappone, un lupo robot dagli occhi rossi, chiamato “Monster Wolf”, si è guadagnato un posto di rilievo nelle comunità rurali, diventando la risposta concreta all’aumento degli avvistamenti di orsi selvatici. Da ottobre, questa macchina – che mescola tecnologia e tradizione – è stata piazzata in diverse zone di Hokkaido, una regione dove la paura per gli animali sempre più vicini ai paesi ha preso piede con forza.
Il “Monster Wolf”: un deterrente a occhi rossi
Creato dall’azienda giapponese Ohta Seiki, il “Monster Wolf” è poco più lungo di un metro. Il suo aspetto richiama quello di un vero predatore: ha occhi rossi luminosi, pelliccia sintetica e denti aguzzi in bella vista. La testa si muove a scatti, mentre da un altoparlante integrato escono suoni forti, oltre gli 80 decibel. Non sono solo ululati o versi di animali: ci sono anche voci umane distorte e rumori metallici, studiati per mettere in fuga anche l’orso più audace.
I dati della polizia locale parlano chiaro: in posti come Shibetsu e Takikawa – piccoli centri dove l’agricoltura domina la vita quotidiana – gli incontri con gli orsi sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno. “Non si tratta solo di paura, ma di sicurezza”, ha spiegato il sindaco di Takikawa, Hiroshi Fukuda, durante un sopralluogo. Il robot è stato posizionato vicino alle scuole elementari e lungo i sentieri che collegano le campagne alla città. “Dovevamo trovare qualcosa che funzionasse”, ha aggiunto Fukuda, mentre i cittadini osservavano curiosi questa insolita sentinella metallica.
Perché gli orsi si avvicinano sempre più
Negli ultimi anni, il fenomeno degli orsi bruni (Ursus arctos yesoensis) che si spingono vicino ai centri abitati è aumentato in modo significativo. Un rapporto dell’Università di Hokkaido spiega che il problema principale è la perdita del loro habitat naturale: la scarsità di cibo nei boschi, dovuta sia al riscaldamento globale che alla deforestazione, ha costretto molti orsi a cercare cibo vicino alle case. Solo tra settembre e novembre, nella prefettura sono stati registrati più di 120 avvistamenti nelle zone intorno ai paesi.
L’incontro tra uomini e orsi – dice il professor Kenji Yoshida, zoologo – “non è mai stato così frequente”. Mostrando una mappa piena di puntini rossi, ognuno corrispondente a una segnalazione dei cittadini, sottolinea come la preoccupazione sia duplice: non solo danni a coltivazioni e allevamenti ma anche rischi per la sicurezza delle persone. Nel 2024 ci sono stati cinque attacchi gravi, con due vittime.
Le reazioni della gente e i primi segnali positivi
L’arrivo del “Monster Wolf” ha diviso un po’ le opinioni degli abitanti delle zone coinvolte. I bambini si divertono a fotografare questa strana figura che si muove nei campi. Gli anziani invece osservano con cautela l’esperimento. “Meglio questo robot che armi o trappole”, confida Yoko Tanaka, pensionata di 73 anni. Un agricoltore aggiunge: “Se davvero funziona così, potremo dormire sonni più tranquilli”.
I primi dati raccolti dall’azienda produttrice insieme alla polizia municipale di Shibetsu indicano che nei tre mesi dopo l’installazione del primo esemplare non ci sono stati nuovi avvistamenti nella zona protetta dal robot. L’effetto deterrente sembra quindi confermato almeno nel breve periodo.
Cosa ci aspetta: tra innovazione e dubbi
Le autorità locali stanno pensando di estendere il progetto ad altre zone dell’isola. Ma non mancano le critiche: alcune associazioni ambientaliste hanno sollevato dubbi sull’impatto a lungo termine del “Monster Wolf” sugli equilibri naturali. Altri esperti ricordano che non basta affidarsi alla tecnologia; serve anche una gestione più attenta del territorio: pulire i sentieri, mettere recinzioni solide e informare meglio le comunità.
Intanto il lupo robot resta lì, metà guardiano metà simbolo dei tempi nuovi. Quando cala la sera gli occhi rossi lampeggiano nel buio e da lontano arriva un ululato metallico sopra i campi coperti di neve. Qui ad Hokkaido la sfida tra uomo e natura ha preso forme che fino a poco tempo fa sembravano impossibili da immaginare.