Roma, 14 dicembre 2025 – In una giornata che si annunciava decisiva per il futuro dei lavori parlamentari, sono saltati anche gli incontri bilaterali tra la Presidenza del Consiglio e i gruppi politici. Le riunioni, in programma tra la mattina e il primo pomeriggio a Palazzo Chigi, dovevano essere un passaggio chiave per cercare un accordo sulle principali riforme in discussione, dalla giustizia al bilancio. Ma alla fine tutto è stato bloccato.
Stop improvviso ai negoziati politici
Da Palazzo Chigi arrivano notizie secondo cui la decisione sarebbe arrivata già nelle prime ore di oggi. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, avrebbe preso atto delle difficoltà a trovare un’intesa su alcuni punti caldi. I capigruppo di maggioranza e opposizione – tra cui Francesco Boccia per il PD e Luca Ciriani per Fratelli d’Italia – erano attesi fin dalle 9.30 nei corridoi della Presidenza. Invece, hanno ricevuto una telefonata con la cancellazione degli appuntamenti. Uno di loro, uscendo da via della Mercede, ha commentato a bassa voce: “Così si rischia davvero lo stallo”. Non è stata proposta nessuna data alternativa, almeno per il momento.
Le ragioni dietro la sospensione: spaccature sui dossier più caldi
L’esecutivo non ha fornito spiegazioni ufficiali. Ma fonti parlamentari parlano di un irrigidimento delle posizioni su alcuni dossier delicati, in particolare la riforma della giustizia e le misure di bilancio. Pare che la maggioranza abbia chiesto più tempo per valutare gli ultimi emendamenti presentati dalle opposizioni. Il segretario del Partito Democratico, Elly Schlein, ha detto ai giornalisti: “Avevamo chiesto più chiarezza sulle coperture e sui tempi di attuazione, ma senza risposte precise non si può andare avanti”. Dall’altro lato, un esponente di Fratelli d’Italia ha parlato invece di “contrapposizione pretestuosa”. Nel frattempo, i lavori in Commissione restano sospesi.
Reazioni dai gruppi parlamentari
Nei corridoi di Montecitorio il clima a metà mattina era teso ma contenuto. Alcuni deputati di minoranza si sono fermati al bar interno per un caffè dopo aver saputo dello stop. Una deputata del M5S ha detto chiaramente: “Se saltano pure questi incontri vuol dire che siamo ancora lontani da qualsiasi intesa”. Nessun commento ufficiale dalla Lega. Un deputato di Forza Italia ha raccontato: “Abbiamo scoperto tutto dai messaggi sul cellulare, nessuno ci ha avvisati direttamente”.
Il calendario dei lavori slitta ancora
L’annullamento degli incontri bilaterali avrà effetti immediati sul calendario delle prossime settimane. Secondo la bozza uscita ieri sera dagli uffici legislativi, le scadenze chiave per il voto finale in Aula andranno riviste. Ora sembra probabile uno slittamento almeno fino alla fine della prossima settimana per l’avvio delle discussioni generali su giustizia e bilancio. Lo staff del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, contattato nella tarda mattinata, si è limitato a dire: “Aspettiamo indicazioni dalla Presidenza del Consiglio”.
Un momento di stallo che preoccupa i vertici istituzionali
Il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha convocato una riunione straordinaria dei capigruppo per il tardo pomeriggio di oggi. “È fondamentale che il dialogo non si interrompa”, ha ribadito ai cronisti davanti a Montecitorio poco dopo mezzogiorno e mezza. Dal Quirinale arriva prudenza: il Capo dello Stato segue l’evolversi della situazione senza commentare pubblicamente. Una consigliera presente a Palazzo Madama confida sottovoce che “la fase è delicata e non serve alzare i toni”.
Prospettive incerte per una mediazione politica
Con l’annullamento dei bilaterali – spesso occasione preziosa per trattative riservate e passi avanti informali – il cammino verso una mediazione sulle riforme prioritarie anche per Bruxelles si fa più complicato. Economisti e osservatori internazionali guardano con attenzione al rischio di un blocco prolungato: “Ogni giorno perso pesa sulle tempistiche del PNRR”, ricorda un funzionario UE coinvolto nel dossier italiano.
Per ora nessuna nuova data è stata fissata. Tutto rimandato, dunque – mentre fuori da Palazzo Chigi restano solo qualche addetto stampa e pochi parlamentari in attesa di capire se e quando si tornerà a sedersi attorno al tavolo.