L’ambasciatore del sakè Manuel Bianchi svela i segreti del Giappone a Vercelli con corsi e serate esclusive

Sara Gelmini

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14 Dicembre 2025

Milano, 14 dicembre 2025 – Dopo mesi trascorsi in Giappone, Manuel Bianchi, chef lombardo di 39 anni, ha scelto di raccontare la sua esperienza con una serie di serate e corsi a tema rivolti al pubblico italiano. Il progetto partirà il prossimo 22 gennaio al ristorante Spazio35 di via Marghera, a Milano. L’obiettivo è chiaro: costruire un ponte tra due mondi, quello della tradizione italiana e quello giapponese, sia nel racconto che nel gusto.

Milano e Tokyo: due città, un filo diretto

L’annuncio è arrivato ieri mattina durante una colazione riservata alla stampa nella sala ancora silenziosa del locale. Solo l’aroma intenso del tè verde riempiva l’aria. «A Tokyo ho imparato tanto», ha detto Bianchi mentre giocava con la tazza tra le mani. «Ma la cosa più importante è stata riscoprire la semplicità. E vorrei farla sentire anche qui, senza troppi giri di parole». Lo chef, originario di Monza, ha trascorso oltre sei mesi a Shibuya, il cuore pulsante della capitale nipponica. Qui ha lavorato fianco a fianco con i maestri del sushi e della cucina kaiseki.

Serate e corsi: il programma da non perdere

Tra gennaio e marzo si terrà il primo ciclo di serate a tema, con menu che cambiano ad ogni appuntamento. L’idea è un mix fra ingredienti lombardi – come il riso Carnaroli o un miso fatto con soia della pianura padana – e le tecniche apprese nelle cucine di Kyoto. I corsi di cucina si svolgeranno invece nei pomeriggi del sabato e saranno aperti sia ai professionisti sia agli appassionati. Si parte il 25 gennaio dalle 15 alle 18 con “Il brodo dashi incontra il risotto”.

Bianchi ha sottolineato che non saranno solo lezioni pratiche, ma vere “esperienze da vivere insieme”. «In Giappone cucinare significa anche condividere momenti silenziosi», ha spiegato davanti agli ospiti. «Da noi invece si parla molto, a volte troppo. Vorrei trovare un equilibrio.»

Piatti italiani vestiti di Giappone

Nei menu delle serate spiccano piatti come la cotoletta di maiale in panko accompagnata da una salsa tonkatsu leggermente agrumata o i ravioli al vapore ripieni di brasato e zenzero. Non mancherà poi una selezione di sake prodotti in Lombardia – un’idea che può sorprendere, ma che Bianchi sostiene dopo aver incontrato piccoli produttori locali che sperimentano fermentazioni ispirate alla scuola di Niigata.

Anche i dettagli sono curati fino all’ultimo: ogni tavolo sarà apparecchiato con piccole stoviglie in ceramica raku fatte a mano da artigiani di Lodi. In sala verranno proiettati brevi documentari sulle tradizioni gastronomiche italiane e giapponesi. E persino l’acqua sarà aromatizzata con fiori di shiso coltivati in Brianza.

Tra curiosità e qualche dubbio

Gli addetti ai lavori guardano con interesse al progetto. «Manuel ha sempre portato qualcosa di nuovo», ha detto Sofia Greco, titolare della scuola Sapori Condivisi a Milano. «Un confronto diretto tra Italia e Giappone può solo arricchire la scena gastronomica milanese». Intanto sui social già impazzano le richieste: i posti per la serata inaugurale sono quasi esauriti in meno di ventiquattr’ore.

Non mancano però i puristi scettici: “La cucina italiana non ha bisogno di fusioni”, si legge in qualche commento critico. Ma Bianchi resta tranquillo. «Non voglio fare spettacolo», ha detto chiaro. «Voglio solo condividere un pezzo di quello che ho vissuto lontano da casa.»

Cibo che unisce culture… e generazioni

Il progetto non si ferma agli adulti: allo Spazio35 ci saranno anche due mattine dedicate alle scuole primarie del quartiere De Angeli. Qui Bianchi cucinerà insieme ai bambini piatti semplici come l’onigiri all’italiana (con riso vialone nano e prosciutto cotto). Un modo per avvicinare anche i più piccoli al tema dello scambio culturale attraverso il cibo.

Le iscrizioni sono aperte sul sito ufficiale dello chef e direttamente al ristorante Spazio35. «L’idea», conclude Bianchi con un sorriso, «è far viaggiare tutti un po’, anche restando qui a Milano».

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