Jane Austen oggi: il saggio di Marrocco sulla sua attualità a 250 anni dalla nascita

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8 Dicembre 2025

Roma, 8 dicembre 2025 – Sono passati duecentocinquanta anni dalla nascita di Jane Austen, eppure il suo pensiero e il suo stile letterario continuano a farsi sentire nel panorama culturale di oggi. A sostenerlo è Giorgio Marrocco nel suo nuovo saggio, presentato ieri pomeriggio alla Biblioteca Angelica di Roma, dove critici, studenti e appassionati si sono ritrovati per riflettere su una domanda che sembra semplice ma resta sfuggente: perché, dopo 250 anni, l’opera della scrittrice inglese continua ad avere tanta presa nella contemporaneità?

Jane Austen, 250 anni dopo: il saggio di Marrocco

Nel suo libro, intitolato “Attualità di Jane Austen”, Marrocco mescola analisi dei testi a spunti sulla società, cercando di capire cosa renda ancora vivi i suoi romanzi. “Rileggendo ‘Orgoglio e pregiudizio’ o ‘Emma’, si nota subito come le dinamiche tra le persone, i rapporti tra classi sociali e anche quell’ironia sottile, siano più presenti che mai”, ha detto Marrocco durante la presentazione, agitando tra le mani una copia consumata del romanzo.

La biblioteca era già piena alle 17.30: studenti universitari, docenti di letteratura inglese e lettori con in borsa le prime edizioni dei romanzi. Eppure nessun clima da conferenza accademica. Si respirava piuttosto l’atmosfera di un gruppo che si ritrova a discutere qualcosa di familiare, quasi intimo.

Un’attualità che interroga: valori e pregiudizi

Al centro del saggio c’è un’idea chiara: l’attualità di Jane Austen sta nella sua capacità di raccontare – senza esagerare – i sentimenti più universali. Per Marrocco “le tensioni tra dovere e desiderio, tra quello che la società si aspetta e quello che ognuno vorrebbe davvero, non sono mai state così evidenti come nell’era dei social e della sovraesposizione”. Un confronto che può sembrare azzardato a prima vista. Eppure, sostiene l’autore, i meccanismi del giudizio collettivo e della reputazione oggi funzionano come ai tempi di Elizabeth Bennet.

Tra il pubblico interviene una lettrice – Caterina L., 28 anni, insegnante precaria –: “Mi colpisce come certi dialoghi sulla libertà femminile sembrino scritti ieri”. Un breve applauso segue le sue parole. Marrocco sorride e annuisce: “Austen non fa grandi proclami. Racconta la realtà così com’è”.

Modelli letterari e linguaggi moderni

L’analisi passa poi allo stile: la narrazione, i personaggi, l’uso del discorso indiretto libero. “Non è solo questione di trama o ambientazione – spiega Marrocco – ma della voce con cui si racconta”. In effetti, la forza di Austen sta proprio nel saper parlare attraverso i personaggi. Nel saggio spicca un passaggio da “Persuasione”, dove Anne Elliot osserva in silenzio chi le sta intorno: “Quella sensibilità alle sfumature e a ciò che non viene detto ci manca ancora oggi”.

Un altro aspetto sottolineato spesso è la modernità del suo sguardo ironico. Mai urlato ma costante. “Nel sarcasmo velato delle sue protagoniste c’è molto delle contraddizioni del nostro tempo”, commenta uno studente della Sapienza citando una scena di “Emma”.

Risonanza sociale e critica

Durante l’incontro si parla anche delle riscritture moderne: dalle webserie ispirate ai romanzi fino ai club di lettura online. “Il fenomeno dei ‘Janeites’ non è solo nostalgia per l’epoca vittoriana – ribadisce Marrocco – ma la dimostrazione che certi modelli nelle relazioni tornano ciclicamente”.

A margine dell’evento, Michele Ventura, docente di letteratura comparata, mette in luce un punto chiave del libro: “Marrocco ricorda come l’ironia di Austen sia anche un modo per difendersi dall’ipocrisia sociale. Rivedere questi schemi oggi ci aiuta a capire meglio le dinamiche pubbliche e private”. Un’osservazione accolta con approvazione da diversi presenti.

Un dialogo che continua

Prima di lasciare la sala, Marrocco scambia qualche parola con gli studenti. C’è chi chiede consigli sulle nuove traduzioni italiane dei romanzi, chi racconta la prima volta con “Ragione e sentimento”. La discussione prosegue fuori dalla sala: sotto i lampioni in piazza Sant’Agostino due giovani sfogliano il libro appena comprato.

Il saggio si chiude con una riflessione aperta: “Forse rileggere Jane Austen oggi non significa tornare indietro, ma trovare nel passato domande che ci riguardano ancora nel futuro”. Ed è proprio in questo andare avanti e indietro nel tempo che la voce dell’autrice resta viva. Anche dopo 250 anni.

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