Italia, 8,5 milioni di case inutilizzate: oltre una su quattro resta vuota secondo il Rapporto Federproprietà-Censis

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10 Dicembre 2025

Roma, 10 dicembre 2025 – Il Rapporto Federproprietà-Censis presentato stamattina a Roma, nella sede di via Cavour, offre uno scatto nitido della situazione della proprietà immobiliare in Italia nel 2025. Il quadro che emerge è quello di un settore alle prese con incertezze, nuove sfide e aspettative che si fanno sempre più pressanti. Un’indagine che arriva in un momento delicato: dopo anni di crescita lenta e cambiamenti nelle abitudini abitative, tanti proprietari si chiedono cosa riserverà il futuro del mattone. Massimo Anderson, presidente di Federproprietà, ha illustrato i dati davanti a una platea attenta di esperti e addetti ai lavori, mettendo in evidenza l’urgenza di “ritrovare fiducia nella casa come bene rifugio, ma anche come motore dell’economia reale”.

Cresce l’ansia tra i proprietari

Il Rapporto Federproprietà-Censis dice che nel 2025 circa il 74% delle famiglie italiane vive in una abitazione di proprietà. Un dato che conferma quanto la casa resti al centro delle strategie di risparmio degli italiani. Ma c’è una novità: dietro questa sicurezza crescente si fanno strada timori per i costi di gestione che aumentano, possibili cambiamenti nelle leggi e una fiscalità percepita come sempre più pesante. Per esempio, il 57% degli intervistati ammette di essere “preoccupato” all’idea di nuove tasse sugli immobili. E solo il 23% vede ancora la prima casa come un investimento “sicuro”.

Il rapporto mette poi sotto i riflettori l’impatto dell’aumento delle spese energetiche sulla vita domestica. “Le bollette sono salite del 15% nell’ultimo anno – ha spiegato Anderson – e questo pesa soprattutto su pensionati e famiglie numerose, spesso costrette a rinunciare a manutenzioni o miglioramenti”. Insomma, la questione energia non è più un dettaglio: secondo Censis, oltre il 40% dei proprietari teme che senza incentivi molti edifici resteranno indietro sotto il profilo dell’efficienza.

Il mercato immobiliare frena

Dal report emerge anche un rallentamento del mercato immobiliare. Dopo lo sprint del biennio post-pandemia, le compravendite hanno preso una piega diversa: nel primo semestre 2025 le transazioni sono calate del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Le grandi città come Milano, Roma e Napoli continuano a fare da traino, ma la domanda cala soprattutto nei centri più piccoli e nelle zone interne.

Anche i prezzi ne risentono: secondo le rilevazioni Censis, il valore medio degli immobili è rimasto quasi fermo (+0,3%), ma solo nelle zone più richieste. In periferia e nei piccoli centri invece si registrano cali fino al 5%. “Il mercato sta diventando sempre più selettivo – ha commentato un agente immobiliare presente alla presentazione – solo le case già efficienti e ben collegate attirano acquirenti disposti a investire”.

I giovani alle prese con nuove esigenze

Il Rapporto dedica poi spazio alle nuove esigenze abitative, soprattutto tra i giovani. Solo il 16% degli under 35 possiede una casa — una percentuale rimasta stabile negli ultimi cinque anni — mentre cresce la domanda per affitti e soluzioni temporanee come co-housing e locazioni brevi. Il nodo principale? Il costo degli immobili e la difficoltà ad ottenere credito. Secondo Censis oltre il 70% dei giovani “vorrebbe comprare casa”, ma lamenta redditi bassi e mutui troppo pesanti.

Un tema che torna spesso nei commenti raccolti durante l’incontro: “I nostri figli fanno fatica a mettere da parte soldi per l’anticipo”, ha raccontato una signora di Ostia. L’incertezza influenza le scelte di vita: c’è chi preferisce restare in affitto piuttosto che impegnarsi con un mutuo trentennale, chi invece cerca aiuto dalla famiglia per entrare in proprietà.

Fisco e incentivi: le richieste

Non sono mancati appelli chiari alla politica. Federproprietà insieme a Censis chiede un cambio di passo sulla fiscalità immobiliare e misure più decise per l’efficientamento energetico. Tra le proposte emerse durante l’incontro ci sono l’allargamento dei bonus ristrutturazione e maggior tutela per i piccoli proprietari che affittano regolarmente.

Sul tavolo anche la questione della morosità incolpevole e degli affitti brevi. Per Anderson serve “più chiarezza nelle regole per evitare conflitti tra proprietari e inquilini”. La richiesta più frequente? Meno burocrazia e maggiore attenzione alle specificità dei territori.

La casa resta un bene sociale prezioso

Il Rapporto si chiude con una riflessione sul valore sociale della casa: non solo un bene economico, ma uno spazio di relazioni, memoria e sicurezza personale. In tempi segnati da inflazione alta e precarietà diffusa, la casa resta per molti italiani “l’unico investimento tangibile”, come sintetizzato da uno degli intervenuti.

Eppure Censis avverte: senza politiche attente e lungimiranti la proprietà immobiliare rischia di diventare più un peso che una risorsa. Ora tutti guardano alle prossime mosse del governo: tra vincoli europei, richieste dei cittadini e sfide demografiche, la casa torna ad essere lo specchio fedele del Paese reale.

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