Milano, 3 dicembre 2025 – Questa mattina, a Palazzo Reale, si è inaugurata una delle mostre più attese dell’anno. Oltre cento opere di Degas, Matisse, Picasso, Renoir e Van Gogh raccontano il Novecento europeo al pubblico milanese. L’apertura ufficiale è stata poco dopo le 10:30, con l’arrivo delle autorità cittadine e una folla di appassionati già radunata all’alba sotto le arcate dell’edificio in Piazza Duomo. La mostra – aperta fino al 15 aprile – vuole guidare i visitatori attraverso la trasformazione della pittura tra Ottocento e Novecento, con uno sguardo particolare sulle influenze che i grandi maestri hanno avuto l’uno sull’altro.
Un viaggio dentro le avanguardie del Novecento
Nelle sale si alternano tele celebri e bozzetti meno conosciuti, arrivati a Milano grazie alla collaborazione con alcuni tra i musei europei più importanti: su tutti il Musée d’Orsay di Parigi e la National Gallery di Londra. Il percorso, curato da Francesca Rossi e Jean Dubois, mette in fila il segno nervoso di Van Gogh accanto ai tagli netti di Matisse, le ballerine leggere di Degas e le scene urbane di Picasso. “Volevamo far sentire il visitatore come se camminasse dentro un laboratorio di idee”, ha spiegato Rossi durante la conferenza stampa. “Per capire come questi artisti hanno dialogato tra loro e cambiato la storia dell’arte moderna”.
Attesa particolare per la “Ballerina che si allaccia la scarpetta” di Degas, arrivata in città con misure di sicurezza speciali nella notte tra sabato e domenica. Accanto a lei spiccano alcune “Ninfee” di Renoir e un piccolo ritratto realizzato da Picasso nel 1912, mai mostrato prima in Italia.
Pubblico entusiasta e curioso
Appena i primi visitatori hanno varcato la soglia, intorno alle 11:00, l’atmosfera nelle sale è cambiata. C’era chi sfogliava il catalogo per scegliere il percorso più interessante; chi si soffermava sui pannelli esplicativi per annotare date e citazioni. Giovanna Marchesi, pensionata dei Navigli, racconta: “Vedere questi quadri dal vivo è un’altra cosa. Mi sono commossa davanti a un paesaggio di Van Gogh che non avevo mai visto”.
Per evitare code e assembramenti l’organizzazione ha previsto un sistema di prenotazione online. La direzione del Palazzo Reale comunica che nei primi tre giorni sono già stati venduti oltre 20.000 biglietti. Il prezzo intero è 18 euro; ridotto a 14 per studenti e over 65.
Le opere simbolo: quando passato e futuro si incontrano
A colpire subito è la scelta dei curatori di non dividere le opere per scuole o periodi storici, ma di farle dialogare direttamente tra loro. Così si può notare come il tratto rapido e quasi febbrile delle “Vigne Rosse ad Arles” di Van Gogh risponda alle nature morte di Matisse, o come i giochi di luce cari a Renoir influenzino i colori degli esperimenti giovanili di Picasso.
“Non volevamo fare una retrospettiva qualsiasi”, ribadisce Jean Dubois, co-curatore francese. “Ma mostrare come ogni pennellata abbia lasciato un segno che gli altri hanno raccolto e trasformato”. Una scelta che invita a una fruizione lenta: molti visitatori si soffermano ore davanti ai dipinti più famosi; altri scattano foto ai dettagli nascosti, come firme o date sul retro.
Eventi extra e didattica per tutti
Non mancano gli appuntamenti collaterali: visite guidate serali ogni giovedì fino alle 22; laboratori dedicati alle scuole primarie e secondarie; conferenze tenute da critici italiani ed europei. Tutto il calendario è disponibile sul sito ufficiale del Palazzo Reale.
Lucia Ferri, direttrice dell’area didattica, spiega: “Abbiamo pensato percorsi speciali per i più piccoli, così da insegnare a riconoscere le differenze tra gli stili senza diventare troppo pesanti”. Una sala apposita ospita materiali interattivi pensati per bambini fino a 12 anni.
Milano sempre più capitale dell’arte europea
L’arrivo simultaneo di questi capolavori internazionali conferma ancora una volta Milano come crocevia culturale del continente. Non solo turismo – previsto un aumento del 20% nei mesi della mostra secondo la Camera di Commercio – ma anche incontro fra generazioni diverse legate dall’interesse per l’arte.
All’uscita, poco dopo mezzogiorno, una famiglia di Monza si ferma davanti alle locandine: “Venire qui era un sogno”, dice il padre sorridendo. Il successo sembra già nei numeri e nelle parole raccolte tra le sale. Ora resta da vedere come reagirà un pubblico sempre più abituato al digitale ma ancora affamato – almeno dalle prime impressioni – della presenza fisica della grande pittura europea.