Roma, 20 dicembre 2025 – È stata presentata oggi, in via del Tritone 102, la nuova sede dell’Associazione Italiana Editori, un passo che, secondo il presidente Riccardo Franco Levi, segna “l’inizio di una fase di apertura, confronto e dialogo con tutta la filiera del libro”. L’appuntamento delle 11 ha richiamato rappresentanti delle case editrici – da Mondadori a Laterza –, figure istituzionali e volti noti della cultura romana. Perché questa sede non è solo un cambio d’indirizzo: è pensata come un vero centro di aggregazione per l’editoria italiana.
Un punto di riferimento nel cuore della città
La scelta della posizione non è casuale. Via del Tritone, a due passi da piazza Barberini, fa da ponte tra tradizione e futuro. “Abbiamo cercato a lungo uno spazio davvero accessibile, facile da raggiungere sia per chi lavora nel settore sia per chi ama i libri”, ha raccontato Levi poco prima del taglio del nastro. Il locale è di circa 400 metri quadrati su due piani: ci sono uffici, sale conferenze, una piccola biblioteca tematica e uno spazio aperto al pubblico.
Il vicepresidente AIE, Fabrizio Cocco, ha sottolineato il valore simbolico di “un luogo che ci rappresenta ma che vogliamo venga vissuto anche da studenti, autori, traduttori e librai”. Il trasloco dalla vecchia sede in via Crescenzio era nell’aria da mesi, spiegano fonti interne. Solo ora però si è fatto concreto, spinto dalla voglia di “uscire da una dimensione solo amministrativa” e tornare “al centro del dibattito culturale”, come ha confidato una storica collaboratrice dell’associazione.
Una casa per gli editori, ma non solo
Durante la mattinata si sono viste le nuove stanze: il salotto dedicato ai piccoli editori, le vetrine con le ultime uscite. Qualcuno ha notato i poster storici delle prime fiere nazionali. Non è mancato un ricordo dei presidenti passati: nomi come Federico Motta o Gian Arturo Ferrari sono stati citati dal segretario generale Francesca Piccioli. Il senso di continuità si percepisce tra una tazza di caffè e i primi appuntamenti già fissati in agenda.
La sede sarà anche “luogo di formazione e innovazione”, ha promesso Levi. Sono già in programma incontri con i gruppi giovani AIE, workshop sulla digitalizzazione dei cataloghi e presentazioni di studi di settore. “Vogliamo che questa sia una casa per chi lavora con i libri ogni giorno. Un punto di riferimento”, ha ribadito Cocco rivolgendosi ai giornalisti presenti.
Il contesto editoriale e le sfide attuali
La presentazione arriva in un momento delicato. I dati 2025 – diffusi proprio questa settimana da NielsenIQ – mostrano una leggera flessione delle vendite (-1,3%) rispetto al 2024. L’editoria italiana resta comunque uno dei settori culturali più vivi: quasi 80 mila titoli pubblicati l’anno scorso e oltre 900 milioni di euro di fatturato totale. Levi ha ammesso che “la sfida più grande resta promuovere la lettura tra i giovani”, con iniziative mirate già nei primi mesi del 2026.
Durante la cerimonia si sono alternati interventi informali e qualche battuta: l’editore Andrea Kerbaker ha confidato ai colleghi che “vedere qui tante generazioni diverse fa ben sperare”. A margine, alcune figure storiche del settore hanno ricordato i cambiamenti imposti dalla pandemia e l’esplosione dell’e-commerce: “Oggi più che mai serve un luogo fisico dove confrontarsi – anche per ripensare insieme il futuro”, ha spiegato la direttrice editoriale di una media casa milanese.
Le reazioni della filiera e la prospettiva futura
Nel tardo pomeriggio i visitatori sono usciti con brochure informative e qualche volume omaggio in mano. Tra le reazioni raccolte all’uscita c’è quella di Marco Polillo (ex presidente AIE), che si è detto “felice di vedere il settore riprendersi nuovi spazi”. Un libraio romano – Massimiliano Ferri – ha commentato invece: “Non conta solo dove sei ma cosa fai dentro queste mura”.
L’inaugurazione della nuova sede AIE segna così un punto fermo ma, nelle intenzioni dei promotori, anche un punto di partenza: uno spazio da vivere ogni giorno. Per l’editoria italiana – lo hanno ripetuto in molti – ora la scommessa è mettere al centro la comunità del libro, favorendo più dialogo tra operatori e strumenti per intercettare lettori spesso distratti.
La porta resta aperta, assicura Levi: “Entrate pure senza bussare”. E poi un sorriso caldo, a ricordare che nel mondo dell’editoria – anche quando i tempi sono difficili – conta ancora la presenza fisica. I volti. Gli incontri veri. Non solo gli slogan vuoti.