Torino, 22 dicembre 2025 – I castelli e gli antichi manieri del Piemonte stanno tornando a vivere. Negli ultimi mesi si è visto un vero boom di interesse per questi luoghi simbolo della storia, ora riaperti al pubblico grazie a restauri, eventi culturali e nuovi modi di visitarli. Il fenomeno coinvolge decine di strutture sparse tra le colline delle Langhe, il Monferrato e il Canavese. Secondo i dati dell’Associazione Castelli Aperti, negli ultimi due anni le presenze hanno superato le 600 mila.
Castelli pieni: chi sono i visitatori e perché tornano
A scegliere i manieri storici del Piemonte sono soprattutto famiglie e viaggiatori curiosi. Non solo italiani: anche tedeschi, francesi e svizzeri si fanno largo tra queste mura secolari. “Dopo la pandemia è cresciuta molto la voglia di scoprire posti autentici, fuori dai percorsi abituali”, spiega Cristina Zuffo, direttrice del circuito “Castelli Aperti”. “C’è chi cerca una giornata immersa nella storia, chi vuole vedere da vicino stanze appena restaurate”. Tra aprile e ottobre 2024 il circuito ha fatto segnare un +18% nelle visite rispetto all’anno precedente. Il Castello di Masino, nel Canavese, ha superato quota 90 mila visitatori in sei mesi. Lunghe file si vedono anche al castello di Govone e nei cortili della Manta.
I turisti arrivano presto la mattina, spesso già in fila alle 9 davanti ai cancelli. Smartphone in mano o audioguide pronte all’uso. “Le persone si interessano ai dettagli – racconta una guida del Castello della Manta – chiedono dei pavimenti originali, dei camini antichi, delle famiglie nobili che ci hanno vissuto”. E non sono solo turisti occasionali: a settembre la Regione ha organizzato il primo festival dei manieri aperti solo per i residenti, con grande successo.
Manieri che tornano a nuova vita grazie ai restauri
Questo ritorno di interesse è stato possibile anche grazie a una spinta economica forte, pubblica e privata. Dal 2022 sono stati investiti oltre 40 milioni di euro – dal PNRR ma anche da fondazioni come la CRT – per sistemare le strutture più bisognose. I lavori si sono concentrati su tetti, muri esterni e percorsi interni per garantire sicurezza. Il Castello di Racconigi ha riaperto dopo sei anni di lavori sul tetto e nelle sale nobili: “Ora vogliamo tenerlo aperto tutto l’anno”, dice la sindaca Valentina Cigliuti.
In certi manieri sono tornati anche gli arredi originali. Ad esempio nella residenza di Agliè, armadi intagliati e porcellane dell’Ottocento sono stati recuperati dai magazzini statali e riportati al loro posto d’origine. “L’obiettivo è mantenere l’autenticità”, spiega l’assessore regionale alla Cultura Andrea Tronzano, “ma senza dimenticare sicurezza e sostenibilità”. Alcuni castelli hanno persino installato pannelli fotovoltaici nascosti tra le vecchie tegole.
Eventi nuovi e visite che coinvolgono tutti i sensi
Il calendario degli eventi nei castelli si è fatto ricco: da aprile a novembre ogni weekend c’è qualcosa da fare. Mostre d’arte contemporanea, laboratori per bambini, rievocazioni storiche in piccolo formato. Al Castello di Grinzane Cavour, nel cuore delle Langhe UNESCO, l’ultima “Notte dei Castelli” ha richiamato più di 3 mila persone tra degustazioni e visite guidate sotto le stelle. In molti manieri come a Pralormo o Monticello d’Alba si propongono percorsi sensoriali: “Far toccare la pietra o far sentire l’odore del legno antico coinvolge molto”, racconta Daniela Bonino, curatrice di uno degli itinerari tematici.
Anche le scuole hanno risposto bene: quest’anno oltre 400 classi hanno prenotato visite didattiche. “Cerchiamo di far capire che il castello non è un museo polveroso ma un luogo vivo”, dice una maestra di Asti. In alcuni cortili interni si organizzano piccoli spettacoli teatrali o cene medievali a lume di candela.
Un volano per l’economia locale
I numeri mostrano che tutto questo muove l’economia dei territori. Nei weekend più intensi bar e ristoranti vicino ai castelli aumentano i coperti del 30-35%. Gli hotel registrano più prenotazioni legate agli eventi; a Saluzzo la stanza più richiesta è quella con vista sulla torre medievale. I produttori vinicoli delle Langhe abbinano alle degustazioni i tour nelle dimore storiche.
Il fenomeno interessa anche piccoli centri meno noti: a Castellamonte o Verrua Savoia sono stati riaperti tratti delle mura per passeggiate guidate. “Dietro ci sta una rete di volontari che tiene aperte queste porte”, racconta un responsabile locale durante una giornata del FAI. Solo così si capisce quanto sia forte il legame tra questi luoghi e chi li vive ogni giorno.
Perché nei castelli – spesso lasciati vuoti per anni – oggi torna a battere un cuore nuovo: fatto di memoria viva, turismo lento e voglia di guardare avanti. Una rinascita che fa bene alle comunità restituendo loro un pezzo importante della propria storia quotidiana.