Honda sospende la produzione in Giappone e Cina per carenza chip: stop temporaneo tra dicembre e gennaio

Sara Gelmini

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18 Dicembre 2025

Tokyo, 18 dicembre 2025 – Honda Motor ha annunciato una pausa temporanea nella produzione nei suoi stabilimenti in Giappone e Cina tra fine dicembre e inizio gennaio. L’azienda giapponese ha spiegato, con una nota diffusa questa mattina, che il motivo è la continua carenza di semiconduttori. Un problema globale che da mesi grava su tutto il settore auto e sta cambiando profondamente i programmi delle grandi case.

Produzione ferma negli stabilimenti giapponesi e cinesi

Secondo quanto comunicato da Honda, lo stop interesserà diverse fabbriche, sia in Giappone sia nella zona di Guangzhou, in Cina, dove si trovano alcune delle linee più importanti per i modelli destinati all’Asia. La sospensione riguarderà i turni dal 27 dicembre 2025 al 7 gennaio 2026, anche se l’azienda non esclude ulteriori fermate nei mesi a venire. Tutto dipenderà “dall’andamento delle forniture dei componenti”, ha detto un portavoce del gruppo. Dalle sedi di Tokyo fanno sapere che si tratta di una decisione preventiva, ma inevitabile per “non compromettere qualità e puntualità nelle consegne”.

Semiconduttori: il nodo che blocca l’auto

La mancanza di chip – quei minuscoli circuiti fondamentali per l’elettronica delle auto moderne – va avanti dal 2020. La domanda è cresciuta dopo la pandemia, ma le difficoltà nelle catene di approvvigionamento sono state continue. “Abbiamo cercato di migliorare la logistica e trovare nuovi fornitori”, spiega un dirigente Honda, “ma la situazione resta molto incerta”. Oggi le scorte sono così basse che non permettono più una produzione regolare, neanche dando priorità ai modelli più richiesti.

I dati della Japan Automobile Manufacturers Association mostrano come a novembre la produzione complessiva del settore in Giappone sia calata del 6% rispetto all’anno prima, un chiaro segnale della crisi.

La crisi dei chip colpisce anche gli altri big

L’annuncio di Honda non è un caso isolato. Negli ultimi mesi anche altri giganti come Toyota e Nissan hanno già dovuto fermare o rallentare le linee. Toyota, leader mondiale per volume, ha comunicato la scorsa settimana un taglio alle previsioni annuali proprio per la scarsità di semiconduttori. In Cina, poi, la situazione resta difficile: restrizioni nei trasporti e la competizione sulle materie prime mettono sotto pressione anche produttori locali come BYD e Geely.

Dipendenti e mercati: cosa succede

Al momento, dicono da Honda a Tokyo nel quartiere Minato, “il personale sarà tutelato con ferie programmate o turni rotativi”, mentre restano da valutare eventuali ripercussioni sugli stipendi. Intanto sui mercati finanziari l’annuncio ha avuto effetti immediati: il titolo Honda alla Borsa di Tokyo ha aperto in leggero calo. Gli investitori aspettano aggiornamenti sulla durata dello stop.

Secondo analisti come Koji Endo di SBI Securities, “un blocco prolungato della produzione potrebbe riflettersi sui prezzi al consumo nel 2026”, riducendo le scorte nei concessionari proprio nel periodo chiave per le vendite in Asia e Nord America.

Le mosse per il futuro restano incerte

“Abbiamo già stretto accordi con nuovi fornitori in Corea del Sud e Malesia”, ha detto un portavoce Honda ai media locali nel primo pomeriggio. Ma fonti industriali a Yokohama ammettono che sostituire i grandi produttori taiwanesi e americani non è facile. Gli effetti sul medio termine sono difficili da prevedere: alcuni sperano che il primo trimestre del 2026 possa portare una ripresa, ma molto dipenderà dai rapporti geopolitici tra Cina e Stati Uniti.

Per ora dal quartier generale Honda preferiscono non fare previsioni precise. “Non possiamo escludere nuove interruzioni”, ammette la direzione produzione in una mail interna ai dipendenti. Il settore auto globale si prepara così a un’altra fase d’incertezza, in attesa che il mercato dei semiconduttori torni finalmente a una certa stabilità.

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