Tokyo, 22 dicembre 2025 – L’Ambasciata d’Italia a Tokyo ha presentato oggi un nuovo vademecum operativo per le imprese italiane che vogliono entrare nel mercato giapponese. L’obiettivo è chiaro: mettere a disposizione strumenti aggiornati e consigli pratici per chi desidera consolidare o iniziare la propria attività in Giappone, uno dei partner economici più importanti per l’Italia in Asia.
Una guida concreta per il mercato giapponese
Durante l’incontro di questa mattina nella sede di Akasaka, l’Ambasciata ha spiegato che il vademecum nasce per “rendere più semplice capire e muoversi nelle regole e nelle abitudini dell’economia nipponica”. Non si tratta solo di dati, ma anche di una vera e propria mappa di contatti utili, una panoramica dei settori più vivi e una raccolta di suggerimenti pratici. Il documento è disponibile sia in formato digitale che cartaceo. “Vogliamo dare risposte reali alle domande che ci arrivano ogni giorno dalle imprese”, ha detto il consigliere commerciale, Michele Santoro. “Molte piccole e medie imprese italiane guardano al mercato giapponese, ma spesso frenano davanti alla burocrazia o al rischio di investire senza una strategia precisa”.
Il quadro economico e le occasioni da cogliere
Il Giappone resta, dati alla mano, una delle economie più solide nel mondo. Il Fondo Monetario Internazionale prevede per il 2025 una crescita intorno all’1%, stabile rispetto agli anni scorsi. Per le aziende italiane, spiegano gli esperti che hanno curato il vademecum, i settori più interessanti sono l’agroalimentare, il design, la moda, le tecnologie verdi e l’automotive. Qui il made in Italy gode di grande reputazione. Inoltre, l’accordo commerciale tra UE e Giappone in vigore dal 2019 ha già facilitato gli scambi di beni e servizi.
Il vademecum dedica particolare spazio alle norme locali: etichette, sicurezza alimentare e certificazioni restano molto rigide. Il consiglio è quindi di prepararsi con cura alle procedure doganali e ai controlli sanitari prima di entrare nel mercato giapponese.
Esperienze sul campo e consigli vincenti
Non solo regole tecniche. Nel vademecum si raccontano anche storie vere. Come quella di Francesca Marchi, responsabile export di un’azienda alimentare marchigiana: “Abbiamo capito davvero cosa vuole il consumatore giapponese solo quando abbiamo stretto rapporti con partner locali. È un mercato che premia la qualità, ma richiede tempo e relazioni solide”.
Dati alla mano, dopo la pandemia le esportazioni italiane verso il Giappone sono cresciute del 6% ogni anno (fonte ICE Tokyo), superando i 5 miliardi di euro nel 2024. A trainare la domanda sono soprattutto prodotti freschi alimentari, vini e accessori moda. Cresce inoltre l’interesse per le tecnologie verdi e i biomedicali.
Un supporto istituzionale sempre presente
L’iniziativa punta molto sull’importanza di una presenza istituzionale solida: “Siamo un punto di riferimento sia prima che dopo la vendita”, ha sottolineato l’ambasciatore Giorgio Starace durante la conferenza stampa delle 11. “In un contesto come quello giapponese – fatto di regole severe ma ricco di opportunità – è fondamentale offrire alle aziende un sostegno affidabile”.
Il vademecum nasce dalla collaborazione tra Ambasciata d’Italia a Tokyo, ICE Agenzia e Camera di Commercio Italiana in Giappone ed è previsto che venga aggiornato regolarmente grazie ai feedback delle imprese già attive sul mercato.
Italia e Giappone: un ponte aperto per crescere insieme
“Vogliamo spingere la crescita reciproca facilitando investimenti e partnership”, ha concluso Starace. Nella prefazione del vademecum si legge che “il Giappone non è solo un mercato maturo ma anche una porta privilegiata verso l’Asia orientale per le imprese italiane”.
La guida sarà distribuita tramite i canali ufficiali delle istituzioni coinvolte. Sul sito dell’Ambasciata è già attiva una sezione dedicata con tutte le informazioni necessarie. “Risposte concrete – dice Santoro – perché solo chi conosce davvero il terreno può affrontare il mercato con consapevolezza”.
Le prime impressioni tra gli imprenditori italiani presenti sono state positive: “Aspettavamo da tempo uno strumento così”, ha confidato un produttore veneto di calzature. Un segnale chiaro che il dialogo tra Italia e Giappone resta vivo – e continua a farsi sempre più concreto.