Giappone rilancia la difesa: manovra da 665 miliardi euro con 48 miliardi per il riarmo nel 2026

Sara Gelmini

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28 Dicembre 2025

Tokyo, 28 dicembre 2025 – La premier giapponese Sanae Takaichi ha dato il via libera venerdì sera a una manovra finanziaria da 665 miliardi di euro per il 2026, una decisione che ha preso alla sprovvista analisti e mercati. Non solo per l’entità della spesa, ma anche considerando un debito pubblico che supera il 200% del PIL e un’inflazione che, pur meno intensa rispetto all’Occidente, continua a pesare sull’economia nipponica. Il governo di Tokyo ha presentato la legge durante una seduta straordinaria della Dieta, nel quartiere di Nagatachō. “Serve per affrontare le sfide interne ed esterne”, ha spiegato la stessa Takaichi nella conferenza stampa delle 21.

Una manovra da record: difesa e riarmo al centro

I 665 miliardi di euro – secondo il ministero delle Finanze giapponese – sono tra i più alti mai stanziati nel recente passato del Paese. Di questi, 48 miliardi saranno destinati a rafforzare le forze armate. “Un investimento necessario, viste le tensioni nell’area indo-pacifica”, ha detto il ministro della Difesa Yasukazu Hamada. La decisione arriva dopo settimane di pressioni da parte degli Stati Uniti, che spingono per un ruolo più attivo del Giappone nella sicurezza regionale, soprattutto davanti alla crescente assertività cinese nel Mar Cinese Orientale.

Solo all’inizio di dicembre Tokyo ha segnalato nuove incursioni di navi cinesi vicino alle isole Senkaku. In questo clima teso, i leader della maggioranza hanno ritenuto che non si potesse più rimandare l’aumento degli investimenti in tecnologia militare e nella protezione dei confini. L’opposizione, con il Democratic Party for the People, ha duramente criticato la scelta, parlando di “una corsa al riarmo che rischia di destabilizzare gli equilibri nella regione”.

Crescita e welfare sotto pressione: il resto della manovra

La legge mette sul piatto anche un robusto sostegno ai programmi sociali, con fondi dedicati agli anziani e misure per incentivare la natalità. Il calo demografico è una realtà evidente in tutto il Paese: da Shibuya a Osaka se ne avverte l’urgenza. Nel 2025 il tasso di natalità è sceso a 1,25 figli per donna, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica.

Previsti anche incentivi fiscali per le imprese, soprattutto quelle che puntano sulla transizione ecologica. Il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki ha parlato di un piano per “una crescita stabile”, pur ammettendo i rischi legati al debito crescente. I documenti ufficiali mostrano infatti un deficit in aumento: si prevede che nel 2026 toccherà quasi il 6% del PIL.

Mercati cauti e reazioni internazionali

Il via libera alla manovra ha fatto scattare una reazione prudente alla Borsa di Tokyo. L’indice Nikkei 225 ha aperto sabato mattina con un leggero calo dello 0,4%. Gli investitori, abituati a manovre espansive da parte del governo, però restano sulla difensiva. Gli analisti di Nomura Holdings sottolineano come “l’aumento della spesa militare segni un cambio importante nella politica estera giapponese”.

Gli Stati Uniti hanno accolto con favore lo sforzo giapponese sulla sicurezza comune. Il Segretario di Stato Antony Blinken ha scritto sui social poco dopo l’annuncio: “Il contributo del Giappone è fondamentale per la stabilità regionale”. Dall’altro lato, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha chiesto a Tokyo “più chiarezza sugli obiettivi degli investimenti militari”.

Le sfide sul fronte interno per Takaichi

Il nodo più complicato resta quello del debito pubblico record: come giustificare una manovra così pesante? I sondaggi pubblicati venerdì dal Yomiuri Shimbun dipingono un paese spaccato in due: il 47% teme che questo nuovo indebitamento peserà sulle generazioni future; circa un terzo invece appoggia le scelte governative su sicurezza e welfare.

Sanae Takaichi, ex ministra degli Interni e figura nota della destra liberale, non nasconde le difficoltà: “Non possiamo permetterci errori – ha detto ai giornalisti – ma sarebbe irresponsabile rinunciare a modernizzare le nostre difese e sostenere le famiglie”. A Tokyo si attende ora l’esame approfondito della legge in commissione Bilancio nelle prossime settimane. Quel passaggio sarà decisivo per la premier e la sua squadra.

Il Giappone punta dunque su una strategia ambiziosa ma rischiosa. Toccherà al tempo dire se questa scelta darà i risultati sperati sul piano sociale ed economico.

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