Giappone, Leading Indicator Ottobre Rivisto a 109,8 Punti: Crescita Economica Sotto la Lente

Sara Gelmini

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24 Dicembre 2025

Tokyo, 24 dicembre 2025 – Il Cabinet Office giapponese ha rivisto al ribasso il leading indicator economico di novembre, che si è assestato a 109,8 punti, leggermente sotto la stima preliminare di 110 diffusa all’inizio del mese. Una correzione che però non cambia il quadro complessivo: l’indice resta sopra i 108,2 punti segnati a ottobre, confermando una ripresa lenta ma costante della seconda economia asiatica.

Leading indicator giapponese: un passo indietro senza allarmi

Il dato definitivo è stato pubblicato nelle prime ore del mattino nella sede del governo a Kasumigaseki, con analisti e operatori che hanno seguito con attenzione l’aggiornamento. Il leading indicator è uno dei principali strumenti con cui le autorità tengono d’occhio la direzione dell’economia nei mesi a venire. È una sorta di bussola che riunisce dieci variabili chiave, come ordini di macchinari, scorte industriali e nuove costruzioni. Il valore di 100 rappresenta il confine tra crescita e contrazione.

Nonostante la revisione a 109,8 punti – appena sotto la stima iniziale – molti esperti vedono nel dato un segnale positivo. “La tendenza rimane buona rispetto all’estate”, ha spiegato all’agenzia Kyodo Masaki Tani, economista di Mizuho Securities. Tani ha però avvertito: “I rischi restano legati alla debolezza delle esportazioni verso Cina ed Europa”.

L’economia giapponese tra segnali di ripresa e incertezze

Il Giappone deve fare i conti con un panorama globale complesso, segnato da tensioni geopolitiche e una domanda esterna spesso fiacca. Negli ultimi mesi, il rallentamento della Cina e le incertezze sulle mosse delle banche centrali hanno frenato le esportazioni nipponiche. Ma il fatto che il leading indicator resti sopra quota 108 fa capire che l’economia resiste alla volatilità internazionale.

Secondo la banca centrale giapponese (BoJ), il Pil dovrebbe chiudere l’anno con una crescita tra l’1% e l’1,2%. “I consumi interni si sono mostrati abbastanza solidi grazie al buon andamento del mercato del lavoro”, ha detto Yuka Shimada, portavoce del Ministero dell’Economia. Resta però aperto il tema dell’inflazione: i prezzi dell’energia stanno rallentando ma le famiglie sentono ancora la pressione sul portafoglio.

Mercati cauti, attesa per il 2026

La notizia della revisione al ribasso ha avuto poco effetto sulla Borsa di Tokyo. Durante la mattina, l’indice Nikkei si è mantenuto stabile sopra i 33.300 punti, segno che gli investitori avevano già messo in conto le difficoltà dell’autunno. Secondo gli esperti intervistati da Nikkei Asia, la vera sfida sarà nei primi mesi del 2026: “Gli ordini di macchinari stanno ricominciando a salire – dice Hideki Takahashi, strategist di Nomura – ma serve vedere dati più chiari sulle esportazioni e sui consumi delle famiglie”.

In sostanza, solo una ripresa forte della domanda globale potrà dare nuovo slancio all’economia giapponese. Nel frattempo, il governo guidato da Fumio Kishida sta valutando nuove misure per aiutare le aziende più esposte alla concorrenza asiatica e alle oscillazioni dello yen.

Le imprese guardano avanti con prudenza

Tra le associazioni industriali domina una fiducia cauta. Keisuke Yamada, vicepresidente della Japan Business Federation (Keidanren), ha commentato così i numeri diffusi oggi: “La correzione era prevedibile dopo qualche settimana di instabilità sui prezzi delle materie prime. Però restiamo ottimisti sull’andamento dell’ultimo trimestre”. Nel mondo delle PMI emergono segnali contrastanti: alcuni imprenditori lamentano ancora ordini deboli dall’estero; altri invece sottolineano come i consumi interni tengano bene.

Il Cabinet Office ha annunciato che la prossima revisione degli indicatori è prevista per la seconda settimana di gennaio 2026. Intanto si resta vigili sugli sviluppi nelle catene logistiche e sugli investimenti pubblici.

La giornata a Tokyo è proseguita tra aggiornamenti continui e commenti dietro le quinte. Per ora il dato sui 109,8 punti viene visto come un punto di partenza solido per affrontare un nuovo anno pieno di incognite – ma anche con qualche possibilità di rilancio per l’economia giapponese.

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