Tokyo, 20 dicembre 2025 – In Giappone, andare in bicicletta ubriaco non è più una leggerezza da trascurare. Le autorità, sempre più attente alla sicurezza sulle strade, hanno inasprito le sanzioni negli ultimi mesi, con multe e provvedimenti che stanno cambiando abitudini e atteggiamenti tra la gente.
Controlli più duri contro il ciclismo in stato di ebbrezza
Nelle grandi città come Tokyo e Osaka, la stretta sulla sicurezza non riguarda solo chi guida auto o moto, ma anche chi pedala. Dal 2024, la legge nipponica prevede multe fino a 500.000 yen (circa 3.200 euro) per chi viene sorpreso a pedalare dopo aver bevuto troppo. Non è un fenomeno isolato: i dati del ministero dei Trasporti parlano di un aumento del 30% dei controlli rispetto al 2023.
Un aspetto che colpisce è la varietà delle persone fermate. Non sono solo i giovani in uscita dai locali di Shibuya. Molte multe arrivano anche a chi torna a casa dopo una cena di lavoro o un tradizionale nomikai, l’incontro tra colleghi. “Molti sottovalutano il rischio – spiega il sovrintendente Kenji Nakamura – pensando che in bicicletta si possa fare un’eccezione. Ma la legge è chiara: vale lo stesso principio della tolleranza zero previsto dal Codice della Strada”.
Le conseguenze e la reazione della gente
Per molti giapponesi questa novità ha significato cambiare rapidamente le proprie abitudini. Specialmente nelle zone residenziali, dove per spostamenti brevi la bicicletta è molto usata anche di sera. “Non pensavo che bastasse una birra per rischiare così tanto in sella”, racconta Yuki Tanaka, impiegato di 41 anni fermato settimana scorsa a Meguro poco prima di mezzanotte.
Anche i gestori di izakaya, i tradizionali pub locali, si stanno muovendo con avvisi nei menu e cartelli all’uscita. “Chiediamo sempre se i clienti torneranno in bici – dice Hiroshi Sato, proprietario di un locale a Ueno – e in caso suggeriamo alternative: il taxi o una breve passeggiata”.
Le associazioni dei ciclisti urbani sottolineano però che serve anche un cambio culturale. “Molti ancora pensano che la bici sia meno pericolosa dell’auto”, osserva Yoko Nishimura dell’associazione Tokyo Cycle Life. “Eppure gli incidenti causati da chi pedala ubriaco sono in crescita”.
Dati, controlli sul campo e problemi pratici
Il rapporto della National Police Agency segnala oltre 2.300 incidenti nel 2024 con biciclette coinvolte e alcol alla guida. È una quota ancora bassa rispetto al totale degli incidenti, ma sufficiente per intensificare i controlli soprattutto nei weekend e durante le feste.
Gli agenti lavorano con postazioni mobili e controlli a sorpresa nelle zone della movida notturna, soprattutto dopo le 22. Chi viene fermato deve fare il test del respiro come gli automobilisti. Se positivo scatta la multa o nei casi più gravi anche la denuncia penale. C’è però qualche critica sulla gestione pratica: “Non sempre si riesce a fare il test all’aperto – dice un avvocato esperto in diritto stradale – e non è semplice capire quando qualcuno è davvero ubriaco o ha superato appena il limite”.
Cosa ci aspetta: verso norme più efficaci
Il tema del ciclismo responsabile resta al centro del dibattito pubblico in Giappone, soprattutto mentre si spingono politiche per una mobilità più sicura e green. Molti comuni stanno pensando a campagne nelle scuole e nei quartieri commerciali: non solo multe, ma anche informazione per evitare rischi sottovalutati.
Nel frattempo il messaggio delle autorità è chiaro: “Chi va in bici deve rispettare le stesse regole degli altri utenti della strada”, ha ribadito il capo della Polizia di Tokyo. E con i controlli ormai più frequenti, chi torna a casa su due ruote dopo il lavoro o una serata non può più permettersi distrazioni o leggerezze.