Napoli, 18 dicembre 2025 – Sono quattrocento abiti e accessori a far rivivere la creatività di Gianfranco Ferré dal 19 dicembre al 19 aprile, nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Un evento unico, la mostra più grande mai allestita nel Sud Italia, che mette in dialogo moda e archeologia. La collezione, proveniente dall’archivio della Fondazione Gianfranco Ferré, si confronta con le antichità del museo: statue, mosaici e reperti della classicità fanno da sfondo a capi e accessori iconici.
Ferré a Napoli: la moda che incontra l’antichità
Da mercoledì prossimo, nel cuore del MANN, sarà possibile ammirare da vicino pezzi storici – dal celebre “abito camicia” degli anni Ottanta agli accessori dalle forme geometriche nette. L’idea nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Ferré e la direzione del museo. “Non è solo una mostra di moda – ha spiegato Paolo Giulierini, direttore del MANN – ma un incontro tra linguaggi artistici che attraversano i secoli”. La scelta di Napoli non è casuale: Ferré ha sempre manifestato il suo legame con la città e la sua passione per l’arte classica. “In molte sue creazioni – ha aggiunto Giulierini – si legge il richiamo all’equilibrio e alla precisione delle statue antiche”.
Quattrocento pezzi per raccontare una carriera
I numeri della mostra colpiscono subito. Sono quattrocento abiti, cappotti, borse e cappelli, selezionati tra i pezzi più rappresentativi della carriera di Ferré. A curare il percorso espositivo è Rita Airaghi, direttrice della Fondazione Ferré, che ha parlato di “una ricerca ossessiva della perfezione”. Il percorso si snoda nella sala degli affreschi e lungo il corridoio delle epigrafi, fra vetrine illuminate e installazioni luminose. Ma non ci sono solo manichini: tablet e pannelli multimediali mostrano schizzi originali, foto inedite e video d’archivio.
Secondo gli organizzatori l’obiettivo è doppio: avvicinare un pubblico vasto alla moda come forma d’arte e mettere in luce i punti comuni tra l’arte antica e il design contemporaneo. Una sfida che – come sottolinea Airaghi – vuole ridare centralità a Napoli in un panorama creativo spesso dominato dal Nord.
L’eredità di Ferré: dove architettura incontra moda
Ferré (1944-2007), soprannominato “l’architetto della moda”, ha sempre detto di concepire l’abito come una struttura da costruire più che da disegnare. Laureato in architettura al Politecnico di Milano, è stato direttore creativo di Christian Dior dal 1989, portando nelle passerelle parigine un segno rigoroso ma visionario. Negli anni Ottanta e Novanta i suoi abiti – spesso bianchi e dalle linee scultoree – hanno vestito star come Sharon Stone e Isabella Rossellini.
La mostra mette proprio in risalto questo legame: i capi dialogano con statue romane, mosaici pompeiani e rilievi ellenistici. Un manichino con un cappotto dalle linee geometriche sta accanto alla Venere Callipigia; poco lontano una camicia in cotone rigido richiama l’equilibrio delle colonne doriche. “Ferré non copiava l’antico – spiega Giulierini – ma ne prendeva spunto per reinventare la moda”.
Orari, biglietti e pubblico atteso
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19 (chiuso il martedì). Il biglietto costa 15 euro (12 ridotto) ed è valido anche per le collezioni permanenti del MANN. Sono attesi gruppi di studenti da tutta la regione oltre a tanti appassionati di moda da fuori città. All’inaugurazione del 19 dicembre (ore 17) sono previsti interventi di storici dell’arte e testimonianze di collaboratori dello stilista.
Durante i quattro mesi dell’esposizione il museo proporrà anche laboratori per ragazzi e visite guidate dedicate al tema della moda nell’antichità. “Ferré non è solo lusso – racconta una giovane visitatrice incontrata in biglietteria – ci parla ancora oggi di proporzioni, materiali e dettagli nascosti”.
Moda e archeologia: un ponte tra ieri e domani
La presenza dei 400 pezzi firmati Gianfranco Ferré al Museo Archeologico segna una tappa importante per la cultura napoletana. Solo allora si capisce davvero come la moda possa raccontare le radici comuni dell’immaginario europeo. Un ponte gettato tra passato e futuro, fra tessuti moderni e marmi antichi.