Montréal, 24 dicembre 2025 – Un diamante da 137 carati, tra i più grandi al mondo, è custodito da oltre mezzo secolo in una cassaforte di una banca privata nel cuore di Montréal, Québec. L’enorme pietra – più di 27 grammi, con taglio “a brillante modificato” – appartiene alla famiglia Asburgo Lorena, uno dei rami nobiliari più antichi d’Europa. Rimane avvolta da un silenzio quasi totale: solo pochi esperti hanno potuto vederla da vicino negli ultimi decenni. Il motivo? Non si tratta solo del suo valore commerciale, stimato oltre i 40 milioni di dollari, ma anche delle implicazioni storiche e legali legate alla sua proprietà.
Il mistero del diamante degli Asburgo Lorena
Secondo i registri conservati dal notaio André Rousseau a Montréal, il diamante sarebbe stato portato in Canada negli anni Sessanta da esponenti della casata. All’epoca, raccontano alcuni documenti ottenuti da alanews.it, l’Europa era segnata dalle tensioni della Guerra Fredda e dalla nazionalizzazione di molti beni nobiliari nei Paesi dell’Est. Affidare un tesoro del genere a una banca canadese non fu un caso: la stabilità politica del paese, le leggi che tutelano il segreto bancario e un sistema giudiziario solido garantivano sicurezza ai proprietari.
Ad oggi nessun membro della famiglia ha mai mostrato il diamante in pubblico. Fonti interne sostengono che resti “parte del patrimonio familiare e non sarà mai messo in vendita”. Gli Asburgo Lorena hanno sempre preferito mantenere il controllo diretto senza passare per intermediari. È questa la posizione difesa anche dall’avvocato Pierre-André Chassé: “È un bene privato, tutelato dalla legge canadese. La sua provenienza e proprietà non sono mai state messe in discussione”.
Un tesoro dal valore difficile da quantificare
Le stime più caute parlano di un valore compreso tra i 40 e i 70 milioni di dollari, ma la cifra reale è difficile da stabilire. Non si hanno offerte concrete né fotografie dettagliate della pietra. Solo pochi periti internazionali hanno potuto analizzarla direttamente, tra cui Jean-Luc Ménard, gemmologo svizzero: “Si tratta di una pietra unica sul mercato privato – spiegava nel 2019 al quotidiano Le Devoir – per dimensioni e purezza”.
Alcuni documenti notarili lasciano intendere che il diamante arrivi dall’Africa, probabilmente dalle miniere sudafricane attive tra Ottocento e Novecento. Secondo la versione ufficiale della famiglia, il gioiello fu acquistato durante l’esilio dagli eredi di Carlo I d’Austria. Finora nessuna istituzione pubblica ha avanzato pretese sul bene.
La prudenza degli Asburgo Lorena e il nodo della successione
I discendenti degli Asburgo Lorena, sparsi tra Austria, Francia e Canada, hanno sempre evitato commenti sull’esistenza o sul futuro del diamante. L’unica dichiarazione ufficiale risale al 2003 ed è arrivata dal conte Karl von Habsburg-Lothringen: “La famiglia possiede beni che resteranno sempre all’interno del patrimonio familiare”. Nessun riferimento esplicito alla pietra.
Fonti giudiziarie canadesi indicano che negli ultimi anni sono state avviate pratiche per regolare la successione del diamante. Un passaggio necessario per evitare contenziosi futuri o richieste fiscali improvvise. L’avvocato Chassé ha confermato ad alanews.it: “Quando si parla di patrimoni così importanti servono cure particolari nella gestione”.
Tra storia e leggenda, un segreto custodito gelosamente
Nessun museo ha mai chiesto formalmente in prestito o in esposizione il diamante, almeno secondo le informazioni disponibili. “Un pezzo così è quasi impossibile da assicurare – racconta Michel Fortin, direttore di una grande casa d’aste a Toronto – troppo rischio, troppe storie dietro”. A Montréal circolano aneddoti su incontri riservati nelle sale della Montreal Trust Bank alle prime ore dell’alba. Solo pochi conoscono davvero cosa c’è dietro quelle porte blindate.
Per ora tutto resta fermo: nessuna vendita all’orizzonte, nessuna mostra pubblica in vista. Solo un grande diamante nascosto nella penombra di una cassaforte canadese. Un tesoro privato che sopravvive fra silenzi e carte bollate, capace ancora oggi di far nascere domande e leggende a metà strada fra realtà e mito.