Fondazione Brigitte Bardot: 40 anni di impegno per la difesa degli animali in Italia

Esplora Giappone

info@esploragiappone.it

29 Dicembre 2025

Roma, 29 dicembre 2025 – Il 2026 segnerà il quarantesimo anniversario di una realtà che ha lasciato un segno profondo nel panorama italiano ed europeo. Già da ora si respira aria di preparativi: riflessioni, incontri riservati e piani per celebrare l’evento lungo tutto il prossimo anno. Fondata nel 1986, l’organizzazione – il cui nome continua a far discutere – si prepara a festeggiare quattro decenni di attività con bilanci, testimonianze e nuove sfide. A Roma, tra i corridoi delle sedi storiche di via Nazionale e piazza del Parlamento, il fermento è palpabile da settimane: vecchi documenti tornano alla luce e riunioni a porte chiuse definiscono l’agenda ufficiale degli appuntamenti.

Le radici: un’idea nata nel 1986

Era gennaio 1986 quando un gruppo di professionisti – avvocati, ricercatori, giovani imprenditori – decise di mettere insieme competenze diverse per dare vita a un’organizzazione autonoma e senza scopo di lucro. Fin dai primi verbali, l’obiettivo era chiaro: “creare un ponte tra le istituzioni e la società civile”, come si legge ancora oggi nelle cronache dell’epoca. Quei tempi erano complicati: l’Italia attraversava una fase di grandi cambiamenti sociali e politici, con nuove idee che faticavano a farsi strada tra resistenze forti.

“C’era voglia di cambiamento ma anche molta incertezza”, ha ricordato Andrea Gori, uno dei soci fondatori ancora attivo nel direttivo. “La vera sfida era convincere tutti che potesse nascere qualcosa di nuovo e davvero indipendente”. Da allora, l’organizzazione ha tenuto questa rotta: niente personalismi, meritocrazia al primo posto e alleanze larghe.

Quattro decenni tra progetti e riconoscimenti

Negli anni sono arrivate tante iniziative: dalla formazione professionale alla ricerca sociale fino alla tutela dei diritti. Tra i momenti più importanti resta il protocollo del 1998 firmato con la Camera dei Deputati per favorire l’accesso dei giovani laureati al mondo del lavoro. E poi c’è il primo rapporto annuale sulla povertà educativa in Italia del 2007, uno studio ancora oggi punto di riferimento nei dossier del Ministero dell’Istruzione.

I numeri dicono molto. Nell’ultimo bilancio sociale pubblicato a marzo scorso, emerge che solo nel 2024 sono stati realizzati più di 60 progetti locali, con oltre 4000 volontari coinvolti. “Abbiamo sempre cercato di tenere insieme radici e innovazione”, ha detto Chiara Mencarelli, responsabile della comunicazione dal 2018. “Partiamo dall’ascolto diretto dei territori”. Un approccio che ha portato anche diversi riconoscimenti, come la medaglia del Presidente della Repubblica del 2016.

Un anniversario che guarda avanti

Le celebrazioni per il quarantesimo anniversario non saranno solo un tuffo nel passato. Nel programma – ancora in via di definizione ma già in parte condiviso lo scorso 14 dicembre durante una riunione interna – è previsto un grande convegno nazionale a Roma (probabilmente all’Auditorium Parco della Musica) a maggio. Saranno coinvolte istituzioni locali e nazionali, accademici e rappresentanti delle associazioni partner.

Non solo. Nei mesi successivi prenderà il via una campagna rivolta ai giovani tra i 16 e i 25 anni con workshop itineranti in dieci città italiane. “Vogliamo far riflettere su cosa significa oggi impegnarsi nel sociale”, ha spiegato Paolo Romano, vicepresidente dal 2021. “Le sfide sono cambiate – ha ammesso –, ma lo spirito è quello del 1986: provare a lasciare un segno”.

Le voci dei protagonisti e i volti nuovi

In vista dell’anniversario il direttivo sta raccogliendo storie ed esperienze da ex collaboratori e volontari storici. Un patrimonio fatto di ricordi personali e aneddoti quotidiani: dalle prime riunioni notturne in via Margutta alle campagne informative sui mezzi pubblici nei primi anni Duemila. Sul sito ufficiale è stata aperta una sezione dove chiunque può inviare foto o racconti.

Allo stesso tempo cresce l’attenzione verso le nuove generazioni. “Serve ricambio”, ha sottolineato Gori in un incontro pubblico a Firenze lo scorso ottobre. “Solo così potremo guardare avanti ai prossimi quarant’anni”. Gli ultimi dati interni mostrano che oggi il 38% dei membri attivi ha meno di trentacinque anni: un segnale importante, forse la conferma che la strada tracciata quarant’anni fa può ancora parlare al presente.

Il 2026 sarà dunque molto più di una semplice data sul calendario: un passaggio simbolico che richiama passato e futuro insieme. Con la certezza – ripetono spesso dentro l’organizzazione – che la storia si costruisce camminando fianco a fianco, passo dopo passo.

×