Porretta Terme, 6 dicembre 2025 – Al Cinema Kursaal, nel cuore dell’Appennino bolognese, prende il via oggi una retrospettiva che ripercorre i settant’anni del Festival del Cinema di Porretta Terme. L’iniziativa, promossa dall’Associazione Porretta Cinema con il sostegno del Comune, propone una selezione di film, testimonianze e documenti che raccontano come si è evoluto un evento che con gli anni è diventato un vero punto di riferimento per il cinema d’autore in Italia.
Tra schermo e ricordi: un viaggio nella storia
Il programma della retrospettiva offre la proiezione di alcune pellicole simbolo delle edizioni più importanti del festival, dai primi passi nel dopoguerra fino ai successi recenti. Si parte alle 18:00 con il documentario “Porretta 1954” di Marco Croci, che racconta la nascita della rassegna attraverso le parole dei cittadini e degli appassionati. “Abbiamo voluto tornare alle origini, riscoprendo i volti e i nomi di chi ha creduto nella forza aggregante del cinema,” spiega Paola Guerini, presidente dell’associazione.
Sedie di legno messe in fila e locandine in bianco e nero appese lungo le scale aiutano a immergersi nell’atmosfera delle prime edizioni. Nel foyer, tra vecchie fotografie ingiallite e proiettori d’epoca, si percepisce forte lo spirito di una comunità che ha sempre tenuto stretta questa manifestazione, anche nei momenti più difficili.
Settanta anni tra cambiamenti e rinascite
Dal 1954, anno della prima edizione, ad oggi il Festival del Cinema di Porretta Terme ha attraversato alti e bassi, pause forzate e ripartenze coraggiose. Tutto nacque da un’intuizione di don Giovanni Fornasini, parroco del paese, che insieme a qualche intellettuale locale decise di creare uno spazio “laico” per il cinema d’autore. “La storia di Porretta è fatta di cicli: cambiamenti e ritorni,” racconta Pietro Martelli, storico collaboratore della rassegna.
Gli anni ’70 furono segnati da fermento politico: nei cineforum si discuteva fino a tardi di Pasolini e Petri. Negli anni ’90 invece l’arrivo delle tv private e la crescita delle multisale misero in crisi la formula tradizionale. Ma il festival è riuscito a rinnovarsi. Nel 2002 la direzione artistica passò a Grazia Paganelli che aprì le porte a registi emergenti italiani e stranieri. Nel 2017 l’ingresso nella Rete dei festival d’essai ha rafforzato il profilo internazionale dell’evento.
Il pubblico come anima della città
Il vero segno distintivo del festival è il legame con il suo pubblico. Lo dimostrano gli spettatori arrivati anche quest’anno da Modena, Pistoia e Firenze. Carlo Fiorini, che vive a Porretta dal ’65, lo dice senza mezzi termini: “Il festival è come una finestra sul mondo: per qualche giorno l’anno qui si respira un’aria diversa.” Nei bar lungo via Mazzini le chiacchiere sulle pellicole si mescolano al rumore dei cappuccini serviti ai tavoli. Ed è lì che si capisce quanto la città si senta parte viva di questo appuntamento.
Non mancano poi le collaborazioni con le scuole. L’Istituto Comprensivo Porretta Terme ha aderito alla retrospettiva: due classi delle medie visiteranno la mostra fotografica allestita nella sala del Kursaal. “Vogliamo trasmettere ai ragazzi non solo la passione per il cinema ma anche la memoria di quello che questo festival ha significato per la nostra comunità,” racconta l’insegnante Silvia Berti.
Ospiti prestigiosi e ricordi dal passato
Tra gli ospiti attesi ci sono registi come Franco Maresco e attrici come Lucia Mascino, protagonisti degli incontri con il pubblico dopo le proiezioni serali. Ex direttori del festival – da Roberto Roversi a Sergio Gotti – saranno invece protagonisti di una tavola rotonda dedicata ai “dietro le quinte”.
Secondo l’organizzazione lo scorso anno sono state oltre 4.200 le presenze registrate al Festival. L’obiettivo è replicare questi numeri anche con la retrospettiva. “Abbiamo provato a mettere insieme un percorso che parli a tutti: cinefili, studenti o semplici curiosi,” confida Guerini.
Tra passato e futuro: un’identità ancora viva
Il filo che lega tutte queste iniziative è la certezza che il cinema d’autore possa trovare casa anche lontano dai grandi centri urbani. La retrospettiva non vuole essere solo un omaggio alla lunga storia del Festival di Porretta Terme. Per tanti – cittadini, volontari, operatori culturali – rappresenta un modo per rilanciare il dialogo tra cultura e territorio.
Le sale sono quasi sempre piene in questi giorni. In programma ci sono film restaurati, incontri con critici e persino una notte bianca dedicata ai cortometraggi degli esordienti. L’impressione – palpabile nei corridoi come in sala – è che qui il cinema non sia solo arte o spettacolo ma soprattutto un’occasione per stare insieme. Proprio come succedeva settant’anni fa.