Milano, 2 dicembre 2025 – Il potenziamento della rete elettrica lombarda entra nel vivo, con l’avvio di nuovi cantieri a pochi mesi dalle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026. A comunicarlo è stata Terna, la società che gestisce la trasmissione nazionale, durante un incontro con stampa e amministratori locali stamattina in via Galvani, a due passi dalla stazione Centrale. L’obiettivo è chiaro: mettere a punto un sistema stabile, capace di reggere sia il carico straordinario dell’evento sia le esigenze del territorio negli anni a venire.
Olimpiadi, la rete sotto esame
Perché intervenire proprio ora? “Con i Giochi alle porte – ha spiegato Valentina Bosetti, presidente di Terna – serve un’infrastruttura pronta a gestire picchi e possibili problemi. Non possiamo permetterci blackout”. Chi lavora nel settore lo sa bene: tra febbraio e marzo 2026 in Lombardia e Veneto arriveranno oltre 1,2 milioni di persone, tra atleti, addetti e pubblico, secondo le stime ufficiali del comitato olimpico. Le località di gara – da Livigno a Bormio, passando per Milano e Cortina – devono poter contare su una distribuzione elettrica senza intoppi.
Le zone più coinvolte? “Stiamo lavorando su punti cruciali come Sondrio, la Brianza e le linee verso il Veneto”, ha confermato Giulio Delitala, ingegnere capo progetto. Nel dettaglio si parla di 120 chilometri di nuove linee ad alta tensione e tre nuove stazioni di smistamento, per un investimento che supera i 200 milioni di euro.
Cantieri serrati, tempi stretti
Non sono solo cifre: il cronoprogramma – disponibile sul sito di Terna e aggiornato ogni mese – non lascia dubbi: i lavori devono finire “entro dicembre 2025”, poco prima dell’accensione del braciere olimpico. “C’è pressione, certo”, ammette un tecnico, “ma abbiamo squadre operative giorno e notte, anche nei weekend”.
I disagi per i cittadini si fanno sentire. A Meda, in Brianza, alcune famiglie lamentano rumori notturni e deviazioni stradali; a Sondrio il sindaco Marco Scaramellini chiede “dialogo continuo e giuste compensazioni”. Terna assicura monitoraggi ambientali costanti e presidi nei punti più critici.
Dopo le Olimpiadi: un’eredità concreta
Le Olimpiadi sono la spinta iniziale, ma non l’unica ragione dietro questi lavori. La Lombardia – già oggi prima regione italiana per consumo elettrico pro capite secondo Arera – punta a diventare un punto chiave per la transizione energetica. Lo ha detto l’assessore regionale Davide Caparini: “Con più energie rinnovabili in rete e una mobilità elettrica in crescita serve una rete più flessibile. Questi investimenti non saranno solo per il breve periodo”.
A conferma ci sono i progetti avviati con Enel e A2A su accumulo energetico e reti intelligenti. Secondo il dossier regionale, il nuovo sistema potrà servire oltre 600 mila utenze domestiche anche dopo la fine dei Giochi.
Soldi sul tavolo: fondi europei e lavoro
Sul fronte finanziamenti arrivano contributi dai fondi PNRR destinati alle infrastrutture strategiche. Fonti interne spiegano che almeno il 40% della spesa sarà coperto da risorse europee; il resto sarà messo da Terna e da partnership pubblico-private. “Ogni euro speso crea valore locale”, ha ribadito Bosetti sottolineando l’impatto sull’occupazione: circa 1.400 persone coinvolte direttamente o indirettamente solo nel 2025.
La sicurezza nei cantieri resta un tema caldo. A Calusco d’Adda, dove ieri è arrivato il Prefetto di Bergamo per una visita, sono stati intensificati i controlli dopo alcune segnalazioni dei sindacati: “Rispettiamo tutte le norme”, hanno rimarcato i rappresentanti della Cgil.
Uno sguardo al quadro nazionale
Questa non è solo una questione locale. L’intervento in Lombardia fa parte di un piano nazionale per modernizzare le reti elettriche: entro il 2030 la domanda italiana crescerà del 18%, secondo Terna. E proprio l’appuntamento olimpico accelera tempi che normalmente sarebbero lunghi anni. “Cogliamo questa occasione – ammette un funzionario – per recuperare ritardi”.
La vera prova arriverà dopo la chiusura dei Giochi: quando i riflettori si spegneranno resterà l’infrastruttura sul campo. Sarà pronta? I cavi posati e le nuove centrali dovranno dimostrare se il futuro energetico della Lombardia sarà solido come si promette oggi.