Riyadh, 15 dicembre 2025 – Diriyah, poco fuori Riyadh, sta per cambiare volto entro il 2030. L’obiettivo è diventare un punto di riferimento mondiale per cultura e turismo. Dietro al progetto ci sono investimenti miliardari del governo saudita, che vuole riportare alla ribalta quella che fu la prima capitale del regno. Tutto in vista dell’Expo 2030, un appuntamento che ha ormai una data ben precisa e spinge per il completamento di un ambizioso piano: ridare vita al sito patrimonio Unesco, aprire nuovi musei e accogliere visitatori da ogni angolo del pianeta.
Il rilancio da 60 miliardi: cosa cambierà a Diriyah
Sono più di 60 miliardi di dollari quelli messi sul tavolo dalla Diriyah Gate Development Authority. E i tempi stringono: i principali cantieri dovrebbero chiudere entro il 2029, dicono gli ingegneri incaricati. In pochi anni vedremo nascere 24 hotel di lusso, oltre cento ristoranti e un sistema nuovo di musei dedicati alla storia e all’arte araba. “Non vogliamo solo restaurare un luogo antico, ma farlo vivere oggi, renderlo accessibile a tutti”, ha detto Jerry Inzerillo, CEO della DGDA, davanti alle telecamere internazionali. Gli operai non si fermano un attimo sotto il sole cocente, mentre gli esperti internazionali si alternano tra visite guidate e sopralluoghi nella vecchia Diriyah.
Cultura e turismo: le novità che arrivano
Tra le aperture più attese ci sono il Museo delle Culture Arabe e il Diriyah Art Center, che secondo la stampa locale attireranno circa due milioni di visitatori l’anno. L’Expo 2030 ha scelto Diriyah come cuore degli eventi culturali paralleli: concerti, mostre, installazioni temporanee e tour guidati nelle rovine della cittadella di At-Turaif, uno dei luoghi storici più importanti dell’Arabia Saudita. “Ogni dettaglio sarà studiato per accogliere gli ospiti stranieri – ha spiegato Ahmed Al-Khateeb, ministro del turismo – vogliamo mostrare un volto vero e ospitale del nostro Paese”.
Storia da raccontare e ambiente da tutelare
Un pezzo importante del progetto punta a far risplendere l’identità storica del luogo. Le mura in mattoni crudi di At-Turaif diventeranno più facili da visitare grazie a nuovi sentieri pedonali e spazi verdi inseriti nel tessuto urbano. I restauri sono affidati a squadre miste: artigiani locali lavorano insieme a esperti stranieri usando tecniche tradizionali per rispettare la struttura originale. C’è anche un piano per riforestare l’area urbana e creare parchi pubblici che aiutino a contrastare il caldo e proteggano l’ambiente. Non mancano le sfide: “Abbiamo dovuto adattarci alle condizioni climatiche estreme”, racconta uno degli ingegneri.
Expo 2030 spinge Diriyah verso il mondo
La scelta di Riyadh come sede dell’Expo 2030 ha scatenato una vera corsa contro il tempo per fare di Diriyah una meta globale. Si attendono oltre 30 milioni di visitatori in tutta la regione durante l’esposizione, dicono gli organizzatori. I leader sauditi vedono nell’evento una grande occasione: “Il mondo conoscerà la vera storia dell’Arabia attraverso Diriyah”, ha detto recentemente il principe Mohammed bin Salman. Già ora i tour operator internazionali propongono pacchetti esclusivi con tappe obbligate tra le vie polverose del sito archeologico.
Vita locale sotto la lente: aspettative e timori
Ma non sono solo rose e fiori: la trasformazione solleva dubbi tra chi abita lì da sempre. Alcuni residenti hanno raccontato ai giornalisti locali di aver ricevuto incentivi per spostarsi temporaneamente mentre si lavora al cantiere. C’è chi teme che l’arrivo massiccio dei turisti possa cambiare troppo in fretta l’equilibrio della comunità storica. Le autorità hanno assicurato investimenti in infrastrutture sociali e servizi pubblici per garantire vantaggi concreti ai residenti.
Lo sguardo avanti: cosa ci aspetta
Nei prossimi mesi partiranno i primi cantieri visibili anche ai turisti curiosi. La DGDA promette che tutto andrà secondo programma: “Per la fine del 2026 avremo già alcuni musei aperti”, dicono i dirigenti. Il traguardo è chiaro: consegnare una Diriyah rinnovata, bella e attrattiva proprio in tempo per l’Expo. Intanto la vecchia capitale continua ad attirare studiosi, studenti e appassionati alla ricerca delle radici di una storia pronta a tornare sotto i riflettori mondiali.