Ravenna, 3 dicembre 2025 – Nel cuore di Ravenna, in un piccolo laboratorio artigianale, da qualche anno si sta sviluppando un progetto che ha catturato l’attenzione di artisti, designer e urbanisti in tutta Europa. “Mosaico Urbano”, lanciato nel 2021 dall’artista locale Sara Fabbri, ha saputo trasformare angoli dimenticati della città in una vera e propria rete di arte pubblica. Negli ultimi mesi, il suo successo ha superato i confini regionali: dalla Germania all’Olanda, fino alla Spagna, diverse amministrazioni hanno chiesto suggerimenti o semplicemente preso spunto dal modello, adattandolo alle loro strade.
Il mosaico che conquista l’Europa
Che cosa rende questo progetto così efficace? Prima di tutto la sua semplicità: piccole tessere colorate — fatte di vetro, ceramica riciclata o legno — vengono messe su muri scrostati, pensiline e spazi abbandonati. Ogni mosaico è unico e racconta storie legate al quartiere e ai suoi abitanti. A Berlino, dal Kreuzberg a Prenzlauer Berg, le prime installazioni sono nate nell’estate del 2024. “Abbiamo preso ispirazione da quello che si fa a Ravenna”, ha detto Elke Förster, curatrice del progetto tedesco, durante la conferenza annuale Urban Art Europe.
Secondo i dati del Comune di Ravenna, oggi sono più di 170 i mosaici realizzati, sparsi tra la Darsena e il Centro Storico. Nel weekend capita spesso di vedere piccoli gruppi armati di fotocamera — turisti o semplici curiosi — intenti a scovare le tessere appena posate. Ci sono dettagli che fanno la differenza: i laboratori aperti ai residenti ogni giovedì alle 18, le visite guidate notturne e l’uso di materiali recuperati da vecchie botteghe. “Ci piace pensare che ogni mosaico abbia almeno tre vite”, spiega Sara Fabbri riferendosi alle storie nascoste dietro ogni pezzo.
Dall’Emilia alla Germania: il modello si diffonde
Il “Mosaico Urbano” ha varcato i confini romagnoli senza fermarsi. A Berlino, nel quartiere Wedding, uno dei primi progetti ha coinvolto anche studenti italiani in Erasmus: “Abbiamo voluto unire la tradizione ravennate con temi attuali come sostenibilità e riuso”, racconta Laura Moretti, coordinatrice della versione tedesca. In autunno sono arrivate opere simili anche a Lipsia e Amburgo: segno che questa contaminazione culturale sta diventando un canale privilegiato tra giovani artisti europei.
Alcuni passaggi parlano da soli. La scorsa primavera una delegazione di urbanisti olandesi è venuta a Ravenna per vedere con i propri occhi l’impatto sulle aree urbane: “Siamo rimasti colpiti dalla partecipazione della gente”, ha detto il sindaco di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb, in un’intervista al quotidiano De Volkskrant. Le amministrazioni di Rotterdam e Utrecht hanno già aperto bandi per finanziare piccoli interventi artistici ispirati al modello italiano.
Non solo arte: impatto sociale e rigenerazione
Dietro a questo successo c’è qualcosa che va oltre il semplice aspetto estetico. Un recente rapporto del Comune di Ravenna segnala come la presenza dei mosaici abbia contribuito a ridurre atti vandalici e abbandono in zone critiche della città — come via Tommaso Gulli o la zona della Stazione. La polizia locale parla infatti di un “calo netto dei graffiti non autorizzati” nell’ultimo anno. In un periodo in cui si parla spesso di degrado e spopolamento dei centri storici, questa forma d’arte sembra aver riportato un senso di appartenenza tra i cittadini.
Il coinvolgimento diretto della comunità — giovani studenti, pensionati, negozianti — ha creato una rete spontanea pronta a prendersi cura delle opere. Elena Boschi, insegnante al liceo classico Dante Alighieri, racconta come alcuni ragazzi siano tornati a frequentare i vicoli solo per ammirare le nuove installazioni: “Li vedo più attenti a ciò che li circonda. Per molti è diventato un modo per sentirsi parte viva del quartiere”.
Prossimi passi e nuove collaborazioni
Guardando avanti, il laboratorio ravennate punta a collaborare con il Museo d’Arte cittadino e alcune scuole primarie dell’hinterland. Si sta lavorando anche a una piattaforma digitale che raccolga tutte le storie dietro ogni mosaico — un archivio vivo accessibile tramite QR code affissi accanto alle opere.
“Non immaginavamo che una cosa nata quasi per caso arrivasse così lontano”, confida Sara Fabbri durante l’ultimo incontro pubblico. “Ora l’importante è mantenere questo spirito collettivo”. Da Ravenna a Berlino — passando per tanti quartieri europei — piccoli frammenti continuano a riscrivere la mappa delle nostre città. Forse proprio in questo mosaico sparso si cela una chiave per capire le città che cambiano.