Milano, 6 dicembre 2025 – Il documento del 15 settembre finito nelle mani degli inquirenti milanesi fa chiarezza su un punto chiave: “non c’è stato concerto”. Questa frase, contenuta in un fascicolo riservato citato nelle ultime ore da ambienti giudiziari, riguarda la presunta assenza di un’intesa tra i vertici delle società coinvolte nell’operazione finanziaria al centro dell’indagine partita lo scorso settembre. Un dettaglio che da solo potrebbe pesare molto sia nel dibattito pubblico sia nelle strategie difensive delle parti.
Documento agli atti, indagine ancora aperta
Il fascicolo, protocollato e datato 15 settembre, è entrato negli atti della procura milanese nelle settimane seguenti all’avvio dell’inchiesta per presunti reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Gli investigatori – secondo fonti di Palazzo di Giustizia – l’hanno preso dagli archivi della società per confrontarlo con altri documenti interni e verbali del consiglio d’amministrazione. Dai fogli emerge che non c’è stato un “accordo unitario”, quella che il codice definisce come “concerto”.
La definizione legale di concerto – spiega un docente di diritto commerciale sentito da alanews.it – significa “una regia comune, una strategia condivisa e volontà allineate”. Se manca tutto questo, ogni singolo atto va valutato da solo. Una precisazione che cambia parecchio il modo in cui gli inquirenti guardano alla vicenda.
Scontri fra legali e prime scosse in Borsa
La notizia ha iniziato a girare ieri mattina nei corridoi di Piazza Affari. Nei palazzi storici di via Filodrammatici si respirava una certa tensione. Un operatore ha ammesso: “Adesso aspettiamo di capire se questo documento basta davvero a chiudere la partita”. Sul mercato, dopo un primo sobbalzo alle 10 in punto, le azioni delle società coinvolte hanno ripreso terreno, anche se restano sotto i livelli della vigilia.
Gli avvocati delle difese sono stati cauti nel commentare la novità. “Se sarà confermato che quel documento esclude il concerto, cambia tutto,” ha detto un penalista vicino a uno degli indagati. Ma non sono mancati i dubbi fra alcuni addetti ai lavori: “Bisogna vedere come i magistrati valuteranno il quadro complessivo,” ha precisato una fonte vicina all’autorità di vigilanza.
Che succede adesso?
L’acquisizione del documento – fanno sapere da ambienti giudiziari milanesi – non significa affatto che l’indagine sia chiusa. “Serve ancora valutare tutto il materiale raccolto,” spiegano dalla procura. Gli investigatori devono passare al setaccio email interne, verbali dei consigli d’amministrazione e tutte le comunicazioni inviate agli organismi di controllo.
Le società coinvolte si sono limitate a una nota stringata: “Abbiamo piena fiducia nella magistratura”, senza entrare nei dettagli sul contenuto del documento. Per ora non sono previsti interrogatori dei principali indagati, almeno finché non sarà completata la verifica incrociata degli atti.
Cosa significa davvero “concerto”?
Nel linguaggio degli organi di controllo, il termine “concerto” indica qualunque coordinamento tra soggetti per condizionare una società quotata o manipolare informazioni rilevanti. La Consob, che segue da vicino la vicenda, ha fatto sapere solo che sta esaminando gli atti inviati dalla procura.
Esperti sentiti da alanews.it ricordano però che l’assenza di concerto – se confermata – potrebbe alleggerire molto l’impianto accusatorio. “Ma conta anche cosa è stato comunicato ai mercati e quando,” spiega un docente di diritto dei mercati finanziari della Bocconi.
Aspettando la parola finale dei magistrati
Nei prossimi giorni è attesa una decisione sulla richiesta di archiviazione presentata dai difensori. Solo allora si capirà se il documento del 15 settembre sarà decisivo per il futuro del procedimento. Intanto, negli uffici degli operatori e nelle sale stampa dei tribunali si continua a discutere e a interrogarsi. C’è chi sospetta che già la prossima settimana possano spuntare nuovi dettagli.
Nel silenzio delle parti coinvolte resta impressa quella frase semplice ma pesante nel documento agli atti: “non c’è stato concerto”. Una parola che potrebbe indirizzare l’inchiesta milanese verso una svolta importante. O magari no: tutto dipenderà dai prossimi passi e dalla lettura finale dei giudici.