Loreto, 30 dicembre 2025 – A pochi giorni dalla fine dell’anno, Loreto e Parma diventano protagoniste di due eventi che intrecciano arte e spiritualità in modo tutto loro. Nel borgo marchigiano si apre una mostra dedicata al mistero dell’Annunciazione, tra sacro e suggestioni moderne. Intanto a Parma prende forma un dialogo inedito tra la precisione tipografica di Giambattista Bodoni e la forza espressiva di Marino Marini. Due epoche lontane si incontrano in uno sguardo sorprendente.
Loreto e il fascino senza tempo dell’Annunciazione
Al Museo Pontificio della Santa Casa, la mostra aperta dal 15 dicembre mette sotto i riflettori l’Annunciazione raccontata attraverso i secoli. Si entra verso le 10, in un silenzio che avvolge le mura del complesso, mentre i primi studenti fanno capolino. L’allestimento è semplice, quasi sobrio: pochi pannelli didattici, tanta luce naturale. Al centro c’è la pala attribuita a Lorenzo Lotto, visibile già dal corridoio principale. La scena colpisce per la tensione fra i gesti della Vergine e dell’angelo, come se il quadro custodisse una domanda rimasta sospesa nel tempo.
Padre Giacomo Rossini, direttore del museo, spiega: “Queste opere non raccontano solo un episodio biblico, ma esprimono il dubbio, il timore e la sorpresa che ogni annuncio porta con sé”. Il percorso non è pensato soltanto per i credenti: accanto alle opere ci sono citazioni di autori come Rilke e Pasolini, che hanno interpretato quella scena con uno sguardo esistenziale.
Nel museo si vedono piccoli gruppi di visitatori: alcuni sfogliano con cura il libretto della mostra; altri si siedono sulle panche a fissare la pala di Lotto. Luigi M., un anziano signore di Ancona, confida: “Vengo ogni anno qui. Qui trovo una pace diversa. Guardare questi quadri mi fa riflettere sulle mie scelte”.
La mostra resterà aperta fino al 25 febbraio 2026. L’orario è dalle 9 alle 18; il biglietto costa 8 euro. Sono previsti laboratori per le scuole e incontri con storici dell’arte: il prossimo appuntamento è il 12 gennaio.
A Parma, un confronto insolito tra Bodoni e Marini
Nel frattempo a Parma, in una fredda mattina alla Galleria d’Arte Moderna (ingresso da via Farini), apre la rassegna “Impronte: Bodoni incontra Marini”. L’idea – nata dagli archivi della Biblioteca Palatina – è mettere fianco a fianco le eleganti stampe bodoniane con i bronzi e i disegni di Marino Marini, famoso per i suoi cavalli e cavalieri stilizzati. All’inizio può sembrare un abbinamento strano; però passeggiando tra i volumi settecenteschi esposti sotto teca e le sculture poggiate sulle pedane grigie, il dialogo si percepisce.
La curatrice Anna Cervi ha detto alla presentazione stampa delle 11.30: “Abbiamo voluto mettere a confronto due mondi: la perfezione tipografica quasi matematica di Bodoni e la materia ruvida delle opere di Marini”. Nella sala centrale spicca una copia dei “Classici Greci” stampati da Bodoni che si affaccia su una piccola “Pomona” di Marini: uno stimolo a pensare a cosa resta del segno – sulla carta o nel bronzo – dopo secoli.
Nel primo pomeriggio arrivano più visitatori. Un giovane insegnante d’arte commenta: “La forza di questa mostra sta proprio nel confronto. Sono linguaggi molto diversi, ma entrambi cercano armonia”. Alcuni studenti dell’Accademia prendono appunti sui dettagli delle copertine originali delle edizioni bodoniane; altri osservano con attenzione i segni sulle superfici delle opere mariniane.
La rassegna sarà aperta fino al 2 marzo 2026. Il biglietto costa 10 euro (ridotto studenti 5); l’orario è dalle 10 alle 19 tranne il lunedì. Sono previsti laboratori didattici e visite guidate ogni sabato mattina.
Due città legate dall’arte
Questi eventi – diversi per stile e atmosfera – mostrano quanto le mostre d’arte siano fondamentali nell’offerta culturale italiana durante l’inverno. Loreto conferma il suo ruolo anche oltre la dimensione religiosa; Parma rinnova la sua tradizione legata alla stampa d’arte e alla scultura moderna.
Chi cerca un momento di riflessione tra fine anno e inizio del nuovo trova qui qualcosa che va oltre l’ammirare opere. Come ha detto padre Rossini davanti a un gruppo di fedeli: “Guardare è solo il primo passo. Solo allora l’arte comincia davvero a parlarci“.