Bus Gourmet Italia a Roma: la cucina italiana e il turismo enogastronomico pronti a decollare con il riconoscimento Unesco

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14 Dicembre 2025

Roma, 14 dicembre 2025 – Il riconoscimento Unesco è stato definito come “una spinta in più per tutto il settore turistico”. Lo ha detto oggi, nella sala conferenze di Via della Mercede, la ministra del Turismo Daniela Santanchè, commentando l’inserimento delle “Feste delle grandi macchine a spalla italiane” tra i patrimoni orali e immateriali dell’umanità. L’annuncio, arrivato nelle prime ore della mattina, ha subito acceso entusiasmo tra amministratori locali, operatori e rappresentanti delle associazioni culturali.

Le Feste italiane delle grandi macchine a spalla conquistano l’Unesco

La notizia – che si aspettava e si discuteva da mesi – è stata ufficializzata nella sede Unesco di Parigi poco dopo le 10:30. Le celebrazioni riguardano città come Viterbo (la Macchina di Santa Rosa), Nola (la Festa dei Gigli), Sassari (la Faradda dei Candelieri) e Palmi (la Varia). Ogni anno queste feste richiamano migliaia di persone e adesso hanno ricevuto una consacrazione internazionale. “Questo riconoscimento ci riempie di orgoglio – ha detto la ministra Santanchè – e dimostra ancora una volta come la nostra tradizione sappia parlare al mondo intero”.

Turismo culturale italiano: lo sguardo puntato sull’Europa

Il settore turistico in Italia sta vivendo una fase positiva, con dati in crescita anche nei primi mesi del 2025. “Siamo davanti a un’occasione importante – ha spiegato Santanchè – perché il turismo culturale è una delle voci più solide della nostra economia”. I numeri dell’Osservatorio Nazionale del Turismo parlano chiaro: da gennaio a ottobre si sono registrati oltre 62 milioni di arrivi nei principali centri storici. Tuttavia, la ministra ha sottolineato che c’è ancora molto da fare, soprattutto sull’accoglienza e sulla valorizzazione delle tradizioni locali.

Per gli operatori del settore il marchio Unesco fa davvero la differenza: porta investimenti, visibilità internazionale e nuovi flussi di visitatori. “C’è un interesse rinnovato verso i piccoli centri e le manifestazioni autentiche”, ha osservato Sergio Bertolucci, responsabile regionale di Confesercenti Turismo. “Quando una comunità si stringe attorno a una festa antica, il turista percepisce di essere parte di qualcosa di vero”. Non sono solo numeri: sono volti, storie, piazze piene.

Reazioni dal territorio: tra gioia e nuove aspettative

A Viterbo, dove la Macchina di Santa Rosa attraverserà come ogni anno il centro storico il 3 settembre, la notizia è stata accolta con campane a festa e canti spontanei sotto il Palazzo dei Priori. Il sindaco Chiara Frontini l’ha definito “un traguardo atteso da generazioni” ringraziando chi ha preservato con impegno questa tradizione. Scene simili anche a Nola e Sassari, dove le associazioni degli “alzatoti” e dei portatori hanno espresso soddisfazione ma anche richieste precise: “Più risorse per garantire la sicurezza e per far crescere nelle nuove generazioni l’amore per questi riti”.

La ministra Santanchè ha raccolto queste istanze: “Stiamo lavorando per aumentare i fondi destinati alle manifestazioni locali – ha assicurato – perché il rischio è che queste feste diventino solo attrazioni per turisti mordi e fuggi”. Nel corso dell’incontro ha ribadito l’impegno del Governo verso “una promozione intelligente e rispettosa dei territori”.

Valorizzare senza snaturare le tradizioni

Il riconoscimento Unesco porta con sé nuove responsabilità per le istituzioni. Gli esperti mettono in guardia: serve trovare un equilibrio tra apertura al pubblico e tutela dell’identità culturale. Francesco Maggiore, docente di Antropologia Culturale all’Università La Sapienza, avverte che “le feste rischiano di perdere senso se diventano solo marketing”. La vera sfida sarà mantenere viva la partecipazione autentica della comunità. La questione divide gli amministratori: da un lato la necessità di accogliere nuovi visitatori; dall’altro il timore che folklore e spiritualità si perdano lungo la strada.

Per questo motivo il ministero del Turismo sta elaborando nuove linee guida per gestire al meglio gli eventi patrimonio Unesco. L’obiettivo, spiega Santanchè, è coinvolgere direttamente le comunità locali nella definizione dei piani di tutela: “Solo così queste celebrazioni potranno continuare a vivere ed essere trasmesse alle generazioni future”.

Quale futuro per il turismo italiano?

L’ingresso delle “Feste delle grandi macchine a spalla” nella lista Unesco arriva in un momento delicato per l’offerta culturale italiana. Con quasi 25 milioni di visitatori internazionali previsti nel 2025 secondo ENIT e una forte concorrenza europea, il turismo italiano cerca una strada sostenibile. Santanchè lo ha ribadito oggi senza mezzi termini: “Il futuro dipende dalla capacità di rinnovarsi senza perdere la propria identità. L’Unesco ci affida una responsabilità in più”.

Intanto nei centri storici si respira un clima carico di aspettative ma anche consapevolezza. Le macchine a spalla – patrimonio Unesco da oggi – restano prima di tutto un legame vivo con i territori. E un invito aperto a viaggiatori e residenti a riscoprire quell’Italia che celebra se stessa ogni anno, strada dopo strada.

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