Bologna celebra l’arte giapponese: viaggio nell’evoluzione della grafica del Sol Levante

Sara Gelmini

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26 Dicembre 2025

Bologna, 26 dicembre 2025 – Al Museo Civico Archeologico di Bologna si accende una mostra che racconta, con immagini e materiali originali, la storia della grafica giapponese dagli esordi fino a oggi. L’esposizione, inaugurata ieri pomeriggio nelle sale storiche di via dell’Archiginnasio, riunisce opere rare, manifesti, libri e stampe arrivate direttamente dal Giappone grazie a una collaborazione tra istituzioni culturali italiane e nipponiche. L’idea è chiara: mettere in fila passato e presente, mostrando come temi ricorrenti come i paesaggi, le figure umane e gli animali abbiano plasmato l’identità visiva del Sol Levante.

Un viaggio tra tradizione e novità

Appena entrati, ci si imbatte nelle celebri ukiyo-e – le “immagini del mondo fluttuante” realizzate tra Sei e Ottocento – con scorci del monte Fuji, ponti avvolti nella nebbia e onde impetuose. In una teca brilla la “Grande Onda di Kanagawa” di Hokusai, un’edizione originale prestata dal Museo di Arte Orientale di Tokyo. “Abbiamo voluto sottolineare il legame tra arte e natura”, racconta la curatrice Yumiko Sato durante la visita guidata delle 10:30. Un tema che, dice Sato, resta centrale anche oggi: “Gli animali, i fiori e i paesaggi sono ancora la base da cui partono non solo l’arte tradizionale ma anche la pubblicità, il fumetto e il design”.

Il corpo umano al centro della scena

Non solo natura però. A metà percorso si apre uno spazio dedicato al corpo umano, visto come veicolo di valori culturali e politici. Spiccano manifesti teatrali degli anni Sessanta e tavole originali firmate da Osamu Tezuka, il padre del manga moderno. Le immagini – spesso grandi e dai colori vivaci – dialogano con foto d’archivio di ballerini butō e modelle della moda tokyoita degli anni Ottanta. “Il corpo è sempre raccontato come qualcosa in continuo cambiamento”, commenta il critico d’arte Andrea Marrone. “Dalle geishe alle illustrazioni più pop degli ultimi anni, la figura umana in Giappone resta un punto fermo ma si reinventa costantemente”.

Animali protagonisti e nuovi linguaggi visivi

In un angolo più appartato c’è una sezione dedicata agli animali, protagonisti sia di stampe antiche sia di poster pubblicitari recenti: volpi stilizzate, carpe koi e gatti che fanno l’occhiolino ai giovani visitatori. Alle 16:00 una scolaresca osserva incuriosita etichette vintage di sake con gru rosse in volo. “Sono simboli che tornano spesso”, spiega un’educatrice ai ragazzi, “e rappresentano fortuna o longevità”. Accanto ai manifesti tradizionali trovano posto le creazioni digitali degli artisti under 35: qui si mischiano riferimenti a videogiochi, cartoni animati e street art.

Collaborazioni internazionali e pubblico vario

La mostra – aperta fino al 15 marzo – nasce da una stretta collaborazione tra il Museo Civico Archeologico, la Japan Foundation di Kyoto e alcune università italiane specializzate in studi sull’arte orientale. Secondo gli organizzatori, nei primi giorni hanno varcato le porte più di 800 persone al giorno, con visitatori non solo da Bologna ma anche da Milano, Firenze e persino Parigi. Tra loro studenti, appassionati di grafica ma anche famiglie attratte dai laboratori interattivi organizzati nei fine settimana. Sabato prossimo sono previsti due workshop: uno sulla stampa a blocchi tradizionale (ore 11:00), l’altro sulle tecniche digitali (ore 15:30), entrambi prenotabili online.

Emozioni dal pubblico e futuro della mostra

Nel cuore della sala c’è chi si ferma davanti alle stampe di Shigeru Miyamoto, designer Nintendo: “Non immaginavo che i personaggi dei videogiochi avessero radici così profonde”, confida Martina, ventenne studentessa universitaria. Altri scattano foto alle locandine della serie animata “Neon Genesis Evangelion”. Gli organizzatori sperano che la mostra possa girare altre città. “L’interesse mostrato dal pubblico europeo apre davvero nuove strade”, sottolinea il direttore Roberto Rinaldi. Intanto Bologna si conferma un punto di riferimento per chi ama la grafica giapponese, dove arte antica e futuro digitale si incontrano.

La mostra è aperta dal martedì alla domenica (9:30–19:00). Il biglietto intero costa 13 euro. Per informazioni visitate museibologna.it.

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