Roma, 25 dicembre 2025 – Nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, due graffiti identici sono comparsi in via Giolitti e su un muro del quartiere San Lorenzo, riportando al centro dell’attenzione una realtà spesso ignorata: i bambini senza tetto nella Capitale. Firmati da un collettivo anonimo che si fa chiamare “Notte Buia”, i disegni mostrano la sagoma di un bambino rannicchiato sotto una coperta, accompagnata dalla scritta: “Anche stasera nessun letto”. Una provocazione dura, soprattutto in un giorno che normalmente celebra la famiglia e il calore di casa. Qualcuno tra i passanti ha parlato di un vero e proprio pugno nello stomaco. E questo a pochi passi dalla Stazione Termini, dove ormai è routine vedere minori che dormono per strada.
I graffiti nella notte della vigilia
Secondo quanto raccontano alcuni residenti e volontari attivi nel quartiere, i disegni sono apparsi poco dopo le due di notte. In via Giolitti, una donna che distribuisce pasti caldi ai senzatetto ha sentito “rumori di bombolette” e ha visto tre persone scappare in fretta. “Non li conosciamo – spiega – ma hanno lasciato un messaggio che qualcuno doveva urlare”.
Il secondo murale si trova all’angolo tra via dei Volsci e via degli Umbri, davanti a un’ex scuola trasformata in rifugio improvvisato per tanti. Anche qui c’è la stessa immagine del bambino e la scritta in bianco sul grigio del cemento. I graffiti sono identici: non solo nel soggetto, ma anche nello stile, nella forza con cui vogliono far sentire la loro voce. All’alba qualcuno ha lasciato dei fiori sotto quel muro.
“Un problema dimenticato”
La comparsa di questi due graffiti è solo l’ultimo segnale di una situazione che si fa sempre più tesa in città. Secondo i dati della Comunità di Sant’Egidio, nel 2024 sono stati censiti più di 650 minori senza casa solo nell’area urbana di Roma. Ma le associazioni dicono che il numero vero è molto più alto: tanti bambini restano invisibili, spostandosi tra stazioni, parchi pubblici e dormitori improvvisati.
Don Marco Perugini, da anni impegnato con i ragazzi in difficoltà nel centro storico, spiega: “Ogni inverno il problema torna puntuale: mancano posti sicuri per chi ha meno di diciotto anni. I servizi sociali non riescono a prenderli tutti”. E aggiunge: “Il freddo mette a rischio la vita dei più piccoli. Eppure ce ne ricordiamo solo quando succede qualche tragedia o quando qualcuno ha il coraggio di gridarlo sui muri”.
Reazioni e polemiche
Le istituzioni non hanno fatto aspettare la loro risposta. L’assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale, Francesca Ferroni, ha commentato stamattina: “I graffiti sono un gesto forte, una denuncia visibile di un problema che conosciamo bene. Abbiamo messo in campo nuove misure d’emergenza per accogliere i minori nelle notti più fredde dell’anno. Però serve uno sforzo a livello nazionale”.
Sui social molti cittadini hanno postato foto delle due opere. C’è chi ringrazia gli autori anonimi per aver “messo il dito nella piaga”, chi invece critica la scelta del vandalismo come forma d’espressione. In strada l’atmosfera è divisa: alcuni abitanti di San Lorenzo ammettono che “un murale non risolve nulla”, altri lo vedono come un modo per “non girarsi dall’altra parte”.
Il ruolo delle associazioni e la situazione attuale
“Quello che vediamo in questi giorni – dice Silvia Minotti della Rete Scuole Aperte – è solo la punta dell’iceberg. Ci sono bambini che non vanno a scuola da mesi o vivono con le famiglie in macchina o sistemazioni provvisorie”. Le associazioni chiedono da tempo una regia comune tra Comune e Prefettura, oltre a fondi dedicati.
Oggi – riferisce Caritas Roma – i posti disponibili per minori senza casa sono circa 120, divisi tra strutture pubbliche e private. Troppo pochi rispetto alle necessità reali. “In inverno le richieste aumentano tantissimo – racconta una volontaria – molti ragazzi rimangono fuori”.
Una denuncia silenziosa (ma non troppo)
Nel primo pomeriggio qualche passante si è fermato davanti al graffito in via Giolitti a scattare foto, mentre due bambini rom passavano accanto alla figura dipinta. Qualcuno ha commentato piano: “Sembrano riconoscersi”. In questa giornata festiva dove tutto sembra ovattato, quei due murales restano lì: silenziosi ma difficili da ignorare.
Resta irrisolto il tema della precarietà infantile nella città più grande d’Italia. Oggi almeno per qualche ora quel problema ha trovato spazio sulle pareti grigie di due quartieri diversi. Se davvero quei graffiti nascono per dare voce a chi voce non ha, qui — tra Termini e San Lorenzo — l’effetto si è fatto sentire forte. E chissà se basterà per cambiare qualcosa domani.