Pechino, 31 dicembre 2025 – Con 27 milioni di veicoli prodotti e venduti tra mercato interno ed export nel 2025, la Cina ha superato il Giappone e si è laureata primo produttore automobilistico al mondo dopo oltre vent’anni di dominio nipponico. A diffondere la notizia, nelle prime ore di questa mattina, è stata l’Associazione dei Costruttori di Auto Cinesi (CAAM). Un dato che non è solo simbolico, ma segna un cambiamento vero e proprio nella mappa dell’industria globale.
Il sorpasso che cambia tutto
Secondo la CAAM, nel 2025 sono usciti dalle fabbriche cinesi più di 27 milioni di veicoli: auto, mezzi commerciali e autobus. L’export gioca un ruolo sempre più decisivo, con una stima di oltre 5 milioni di unità vendute all’estero. Una cifra provvisoria, ma già superiore ai dati finali del Giappone dell’anno scorso. Il Sol Levante, che era in cima alla classifica dalla fine degli anni Novanta, si ferma a poco meno di 26 milioni secondo le prime stime delle associazioni industriali di Tokyo.
Dietro questo sorpasso non c’è stata una sorpresa improvvisa. Negli ultimi tre anni la produzione cinese ha viaggiato a ritmi serrati – +10% all’anno nel 2023 e nel 2024 – mentre il Giappone ha dovuto fare i conti con problemi nelle forniture e una concorrenza asiatica sempre più agguerrita. Eppure, fino a metà anno, nessuno si azzardava a parlare di un sorpasso imminente. Solo tra settembre e ottobre, con l’impennata delle esportazioni verso Russia, America Latina e Sudest asiatico, la distanza è diventata troppo ampia da colmare.
L’auto elettrica guida la corsa cinese
A spingere forte la Cina è soprattutto il boom delle auto elettriche (EV). Nel 2025 – riferiscono fonti come Bloomberg e China Daily – più del 35% delle nuove immatricolazioni in Cina riguarda veicoli elettrici o ibridi plug-in. Il colosso BYD continua a dominare con oltre 3 milioni di vetture vendute in tutto il mondo, seguito da vicino da SAIC e Geely. E non va dimenticato il ruolo di Tesla: la sua fabbrica a Shanghai contribuisce in modo importante alla crescita locale.
“Il salto della Cina nasce dagli investimenti mirati su batterie e tecnologia digitale”, ha spiegato questa mattina Chen Shihua, portavoce della CAAM. La domanda interna resta solida nelle grandi città come Pechino, Shanghai e Guangzhou, ma sono soprattutto le esportazioni verso Europa orientale e Sud America a fare la differenza nei numeri record.
Reazioni tra Tokyo ed Europa
A Tokyo la notizia è stata accolta con un misto di pragmatismo e preoccupazione. Un portavoce della Japan Automobile Manufacturers Association (JAMA) ha commentato: “Era chiaro che la concorrenza cinese sarebbe cresciuta, ma questo ritmo ha superato ogni previsione”. Tra le aziende giapponesi come Toyota e Honda si sta ora accelerando sulla transizione verso l’elettrico. Ma secondo analisti come Koji Endo di SBI Securities “recuperare terreno richiederà tempo e investimenti importanti”.
Anche in Europa si guarda con attenzione ai nuovi dati. La Commissione UE ha avviato da qualche mese un’indagine sui possibili sussidi pubblici alle case automobilistiche cinesi, soprattutto per i modelli elettrici low-cost esportati nel Vecchio Continente. “Serve chiarezza sulle pratiche commerciali”, ha detto a fine novembre Thierry Breton, commissario europeo al mercato interno.
Cautela sul futuro prossimo
Gli esperti invitano comunque a non cantare vittoria troppo presto sul sorpasso strutturale. Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti e una domanda globale ancora fragile potrebbero far cambiare le carte in tavola nel 2026. Tuttavia il trend attuale sembra confermato: “La Cina può tenere questa posizione – ha osservato Zhang Jun della Fudan University – se continuerà a puntare su innovazione e standard ambientali”.
Nel concreto, il fatto che la Cina sia oggi al vertice del mercato auto rappresenta una tappa fondamentale nel riequilibrio industriale mondiale. A margine dei dati ufficiali, una fonte del Ministero del Commercio cinese ha confidato che “questo risultato era nelle previsioni da anni”. Ma solo ora – guardando i numeri – si capisce davvero quanto sia cambiato il baricentro dell’automobile.
Negli stabilimenti di Chongqing si lavora senza sosta; al porto di Ningbo si vedono arrivare continuamente container pieni di SUV elettrici diretti verso Istanbul o San Paolo. Non sembra un fenomeno passeggero: potrebbe essere l’inizio di una nuova normalità per tutto il settore automobilistico globale.