Roma, 7 dicembre 2025 – Sono oltre 24 milioni le persone che negli ultimi anni hanno varcato i cancelli di questa manifestazione. Un flusso continuo, a volte silenzioso, spesso festoso, che dal cuore di Roma si è allargato fino agli ultimi padiglioni, segnando il ritmo dell’evento. Questo è il dato comunicato oggi dagli organizzatori, durante la presentazione dell’edizione 2025, che ha messo in luce la portata raggiunta.
Un appuntamento ormai radicato nel cuore della città
Dal 2010, quando l’evento mosse i primi passi nel quartiere Eur, la crescita è stata costante. All’inizio si parlava di poche migliaia di visitatori. Poi è scattata la svolta. Le edizioni sono diventate appuntamenti segnati da code fin dall’alba, con bambini stretti alla mano dei genitori, scolaresche e turisti mossi dalla curiosità. Il direttore artistico, Lorenzo Mazzetti, ricorda: “Quella prima mattina d’apertura è ancora nitida nella mia mente: sembrava impossibile superare le diecimila presenze, e invece sono bastati due giorni”.
Oggi l’evento si conferma come uno dei momenti più importanti a livello nazionale. “Non si tratta solo di numeri”, spiega Mazzetti nella conferenza stampa odierna. “Qui c’è una città che si muove, si incontra e dibatte”. Parole condivise dal presidente della Fondazione organizzatrice: “Abbiamo visto generazioni attraversare queste sale – c’è chi torna ogni anno e chi arriva una sola volta ma porta con sé un ricordo indelebile”.
Oltre i numeri: l’impatto sulla città
Dietro quei 24 milioni di ingressi c’è un sistema economico complesso. Gli alberghi si riempiono durante le settimane dell’evento, i ristoranti del centro anticipano i turni per far fronte all’afflusso straordinario. Secondo la Camera di Commercio di Roma, solo nel 2024 l’indotto diretto ha superato i 60 milioni di euro, tra ospitalità e acquisti legati alle iniziative collaterali.
Ma non ci sono solo cifre. Ci sono gli effetti più nascosti: studenti provenienti da tutta Italia e le scuole locali coinvolte in progetti specifici. “Per molti ragazzi è la prima vera occasione per entrare in contatto con mondi nuovi”, racconta Maria Esposito, insegnante al liceo Socrate che accompagna da anni le sue classi all’evento. Non vanno dimenticati poi i circa 300 volontari che ogni anno garantiscono accoglienza e supporto logistico.
Un’edizione all’insegna del nuovo
Il programma dell’edizione 2025 – svelato oggi alle 11.30 nel foyer dell’Auditorium Parco della Musica – punta su innovazione e sostenibilità. Ci saranno laboratori interattivi per bambini e ragazzi, incontri con autori internazionali e momenti dedicati alla divulgazione scientifica. Ritorna anche l’area riservata alle start-up tecnologiche: lo scorso anno hanno partecipato realtà come BioTech Roma e StartSmart, attirando investitori e curiosi.
“Cerchiamo sempre di anticipare i tempi”, spiega Carlo Sanna, responsabile del comitato organizzatore. “Ogni edizione deve lasciare un segno concreto”. Il format cambia: più eventi in streaming, ingressi limitati per alcune attività e biglietti disponibili online. L’obiettivo? Allargare il pubblico oltre gli appassionati abituali, coinvolgendo famiglie e chi partecipa per la prima volta.
Tra aspettative e sfide
I numeri parlano chiaro: successo assicurato ma anche una sfida che continua a crescere. Le previsioni interne puntano al traguardo dei 25 milioni di visitatori complessivi entro il 2026. Gli addetti ai lavori guardano con cauto ottimismo a questo passo avanti. “Abbiamo bisogno di eventi come questo”, dice Giulia Rossi, proprietaria di una libreria indipendente nel quartiere Prati, “perché danno nuova vita al quartiere e portano energia”.
Non mancano però le difficoltà. Alcuni residenti dell’Eur segnalano disagi legati al traffico e agli improvvisi flussi nelle giornate più intense della manifestazione. Gli organizzatori assicurano un dialogo continuo con le autorità locali: “Stiamo lavorando per migliorare la mobilità”, conferma Sanna.
Solo così – guardando indietro alle edizioni passate e avanti a quelle future – si capisce come questa manifestazione sia diventata un pezzo importante dell’identità romana. E quei 24 milioni di volti diversi restano il segno più vivo lasciato nelle strade della città.