Milano, 20 dicembre 2025 – Apple cambia le regole del gioco per l’App Store in Italia, Francia, Spagna e altri Paesi europei. Da oggi entrano in vigore le novità previste dal Digital Markets Act (DMA), la legge europea che vuole mettere un freno alle grandi piattaforme digitali, soprattutto su concorrenza e gestione dei dati. Al centro delle modifiche ci sono l’arrivo di app store alternativi, nuove tariffe sulle commissioni e più scelte per i pagamenti su iPhone.
App store alternativi: cosa cambierà davvero per chi usa iPhone
Con il DMA, Apple deve aprire il suo ecosistema a nuove piattaforme. Da ora in poi, chi ha un iPhone o un iPad potrà scaricare app anche da altri store, non solo dall’App Store ufficiale. “L’utente potrà scegliere se restare sull’App Store o provare alternative,” spiegano da Cupertino Europa. La procedura non sarà immediata: per installare uno store diverso bisognerà accettare vari consensi e superare avvisi sulla sicurezza e sulla privacy.
I primi store alternativi dovrebbero essere pronti entro fine anno. Ma l’impatto sulle abitudini di acquisto potrebbe restare contenuto all’inizio. Molti sviluppatori stanno ancora facendo i conti con rischi e benefici: “Aprirsi ad altri canali è un’opportunità, ma porta anche nuove sfide legate alla sicurezza,” ammette un portavoce di una software house milanese.
Commissioni riviste e nuovi metodi di pagamento
Uno dei nodi più importanti riguarda le commissioni che Apple trattiene su ogni vendita. Finora era il 30% (15% per alcune categorie), ma adesso gli sviluppatori potranno proporre metodi di pagamento diversi dall’App Store, pagando meno. Per i pagamenti fatti fuori dall’App Store la commissione scende al 17%. Chi userà sistemi completamente esterni verserà ad Apple una piccola “fee tecnologica” di circa 50 centesimi per ogni installazione all’anno (dati ufficiali Apple).
Nonostante tutto, Apple manterrà un controllo sui pagamenti per “assicurare trasparenza e prevenire abusi”, come hanno spiegato a Bruxelles. Per gli utenti finali cambierà poco: durante l’acquisto compariranno più opzioni (“Paga con Apple” o “Altri metodi”), con spiegazioni chiare su chi gestisce il pagamento e sui possibili rischi legati a sistemi esterni.
Sicurezza e privacy: le rassicurazioni di Cupertino
La sicurezza è il tema più caldo. L’apertura agli store terzi preoccupa molti esperti, soprattutto per virus e protezione dei dati personali. Apple promette controlli automatici sugli aggiornamenti e sullo stato delle app scaricate da canali esterni. “La priorità resta la sicurezza degli utenti,” si legge in una nota diffusa ieri da Apple Italia. Ma non mancano critiche: l’associazione europea dei consumatori invita a “stare molto attenti nei primi mesi”, con campagne informative dedicate soprattutto a chi è meno esperto.
Nel frattempo, sviluppatori e aziende osservano da vicino i prossimi passi. Alcune software house hanno già detto che rimarranno sull’App Store tradizionale finché non saranno chiari tutti i dettagli tecnici. Altre invece guardano con interesse alla possibilità di proporre app a prezzi più bassi grazie alle commissioni ridotte.
Cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Questa mossa segna una svolta dopo anni di ecosistema chiuso nel mondo iOS. Secondo gli analisti di IDC Europe, “l’impatto vero si vedrà solo fra qualche trimestre”, quando sarà chiaro quanti utenti sceglieranno davvero store alternativi o pagamenti esterni. Per ora la comunità degli sviluppatori è divisa: chi punta ancora sui metodi tradizionali preferisce aspettare; altri vogliono vedere come evolve la situazione normativa.
Anche tra gli utenti cresce la curiosità ma anche la cautela. Sui forum dedicati a iOS spuntano domande pratiche: “Cosa rischio scaricando app fuori dall’App Store?”, chiede Marco, studente a Bologna; “Si potrà pagare meno?”, si domanda Chiara, designer romana.
Solo nelle prossime settimane capiremo se la novità sarà davvero utile o se ci vorrà tempo prima che il mercato si adegui del tutto al nuovo regolamento europeo. Intanto Apple si prepara a un periodo di monitoraggio attento e dialogo con le autorità europee mentre il digitale prova a ripartire sotto un nuovo segno imposto dal Digital Markets Act.